La telemedicina sarà il futuro della sanità

I centri di telemedicina che pretendiamo di vedere

di Sauro Longhi
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Lunedì 31 Maggio 2021, 06:05

Sembra che il problema di quasi metà degli italiani sia il sovrappeso. Segno che siamo fuori dalla pandemia? Non credo, stiamo solo tentando di crederci, dimenticando i rischi ancora presenti. Sicuramente con un numero sempre crescente di vaccinati, la probabilità di contagio diminuisce e poi con l’arrivo della bella stagione con più occasioni di restare all’aperto, si abbassa la diffusione del virus. Il dato che dovrebbe impensierirci non sono i 2 kg di sovrappeso (secondo l’indagine condotta), ma l’ancora bassa percentuale di richieste di vaccinazione da parte delle categorie più giovani.

Con i vaccini finalmente disponibili si dovrà puntare a vaccinare più persone possibili, altrimenti nel prossimo inverno ci troveremo ad affrontare una nuova ondata del virus. Confido che l’esempio di molti e l’intelligenza di tutti porti ad immunizzare durante l’estate la quasi totalità della popolazione. La vaccinazione su base nazionale, come ho ripetuto diverse volte, non ci porterà a sconfiggere la pandemia, ma solo a ridurne i danni in termini di perdite di vite umane. La pandemia si sconfigge solo vaccinando l’intera popolazione mondiale, altrimenti le varianti continueranno a generarsi annullando forse le difese dei vaccini.

Per questo occorre il coraggio e la determinazione di sospendere i brevetti sui vaccini permettendone la produzione diffusa e su larga scala. Il piano nazionale per la ripartenza è stato approvato dalla Comunità Europea, tra poco arriveranno i primi finanziamenti, ed il Governo ha evitato di commettere errori nella riforma degli appalti introducendo semplificazioni capaci di garantire ancora la coerenza dei costi, la trasparenza delle scelte, la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori.

In questo piano per la ripartenza le Marche hanno uno spazio molto marginale, poche le infrastrutture previste, nessuna strategia disegnata e soprattutto nessuna azione avviata per cogliere questa opportunità. I tempi per utilizzare i finanziamenti previsti sono brevi e solo chi avrà preparato una strategia progettuale avrà la possibilità di intercettare i finanziamenti previsti nel PNRR. Occorre una visione per disegnare lo sviluppo delle Marche ed il coraggio e le competenze per operare le necessarie scelte. Consideriamo alcuni esempi.

Nella sanità resta necessario potenziare l’assistenza territoriale magari facendo uso della telemedicina. Occorre pertanto individuare dove e quanti centri di telemedicina pianificare, la loro organizzazione, i moduli e le funzionalità, l’integrazione con i centri ospedalieri e la medicina generale già presente nei territori. Sono tutti aspetti che richiedono analisi, anche complesse, per scegliere i necessari strumenti e pianificare la creazione di infrastrutture digitali di comunicazioni di alta qualità e affidabilità. Sono tutte scelte che potrebbero essere finanziare dal PNRR con i fondi previsti per la transizione digitale. Una telemedicina diffusa ed affidabile renderebbe ancora più attrattive le nostre aree interne, zone in cui qualità ed equilibrio ambientale sono sicuramente superiori

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L’infrastruttura digitale renderebbe possibile anche lavorare in queste aree, aumentando le attività economiche che troverebbero sviluppo proprio da una diffusa rete digitale di comunicazione ad alta capacità e bassa latenza, con una fibra ottica in ogni abitazione, in ogni laboratorio, in ogni servizio, in ogni scuola. Dove oggi arrivano elettricità e metano, bisognerà portare una terminazione di fibra ottica. Consideriamo lo sviluppo economico. Le Marche hanno un tessuto di piccole imprese, difficile se non impossibile da cambiare o trasformare, che incontra sempre più difficoltà nel proporre innovazione, nell’intercettare le opportunità delle tecnologie digitali e nel competere sui mercati internazionali. Impensabile, nella nostra regione, ricorrere ad alchimie per far crescere le dimensioni di tali imprese, che porterebbe alla chiusura di alcune a favore delle altre.

Preso atto che il 90% delle imprese marchigiane hanno meno di otto collaboratori, è impensabile che ciascuna possa permettersi un responsabile di marketing per intercettare mercati internazionali o un esperto di innovazione. Si dovrebbero invece favorire la creazione di rete “stabili” di imprese e non temporanee come negli esperimenti passati, e il potenziamento e la diffusione di cluster tecnologici. Occorre pianificare per tempo queste politiche e non improvvisare solo per acquisire un consenso elettorale immediato. Le reti dovranno essere orizzontali per tipologia di produzione o verticali per funzioni. Ma occorre pianificare per tempo e definire strategie, rispetto al passato esistono strumenti innovativi che ne semplificano la realizzazione e possibili finanziamenti nella prevista transizione digitale del piano nazionale.

Reti di questo tipo dovrebbero appoggiarsi su infrastrutture digitali capaci di garantire la piena tracciabilità di ogni azione e scelta e permettere una maggiore integrazione delle azioni. Un altro aspetto non meno importante nello sviluppo economico è la pianificazione di azioni di formazione per le persone coinvolte nei diversi ambiti produttivi e organizzativi. I percorsi formativi devono essere anticipati e non subiti per inseguire i bisogni di nuove competenze e capacità necessari nelle trasformazioni.

Per una vera ripartenza delle Marche occorre un vero piano di sviluppo che si appoggi su visioni e strategie di medio termine, con chiare indicazioni su come indirizzare gli investimenti. Per questo occorre coinvolgere tutte le professionalità e le competenze necessarie, a partire da quelle disponibili nelle nostre 4 Università inserite nelle reti internazionali della ricerca ma fortemente interconnesse con i territori e le scuole, nel continuo sforzo di valorizzare i risultati della ricerca in quella che da tutti è ormai conosciuta come la terza missione. Se incentriamo le nostre azioni di sviluppo lungo queste prospettive, vi sarà la necessità di correre e anche molto e forse così non avremo più il pensiero dei chili in sovrappeso!

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione  Facoltà di Ingegneria  Università Politecnica  delle Marche

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