Gino Strada, fondatore di Emergency

La democrazia da applicare e l’ambiente da proteggere

di Sauro Longhi
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Lunedì 23 Agosto 2021, 01:35

Il breve periodo di spensieratezza, la vacanza estiva, sta per terminare. Ci attendono problemi le cui soluzioni non possono più aspettare. A Ferragosto si è scoperto che portare pace e democrazia nelle terre dell’Afghanistan non è cosa facile e dopo venti anni si è ritornati al punto di partenza.

La disperazione delle persone in fuga da Kabul deve far riflettere la comunità internazionale: non si possono abbandonare e lasciare sole le tante persone che credono e sperano di vivere in pace e in democrazia. Ma l’impegno deve essere anche di tutti noi, per non dimenticare che i diritti di libertà e conoscenza devono essere garantiti all’intera umanità senza disparità di genere, cultura, religione.

Soprattutto nei paesi dove questi diritti sono più garantiti è necessario ricreare le condizioni per interessarsi agli altri, a chi ha più bisogno, evitando scelte egoiste che purtroppo in questo periodo sembrano prevalere su tutto. L’esempio che ci ha lasciato Gino Strada dovrebbe aiutarci in questo, si può e ci si deve prender cura di chi ha più bisogno. Emergency continuerà il sogno del suo fondatore, per portare cure medicochirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre e della povertà; oggi è presente in Afghanistan con tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 44 posti di primo soccorso. Bene ha fatto anche il sindaco di Loreto Moreno Pieroni, la mia città, ad offrire un corridoio umanitario per dare accoglienza ai profughi dell’Afghanistan, in particolare alle donne che rischiano di essere le più colpite dal ritorno del regime talebano.

La democrazia va professata, va rispettata, va compresa e va applicata, altrimenti il rischio che si corre è di perderla. L’attacco dello scorso inverno al Campidoglio Americano ne è forse l’esempio più emblematico. Un rischio che corrono tutte le democrazie quando a prevalere sono gli interessi e le scelte egoistiche, che tendono a ridurre e cancellare le scelte a vantaggio di tutti. Ce lo ricorda Joan Baez con una lettera indirizzata a Furio Colombo: esiste il rischio di perdere la democrazia anche in quei Paesi che pensano di “esportarla”.

Su queste prospettive internazionali l’Europa dovrebbe essere più incisiva, abbiamo fondato il nostro benessere e la nostra pace sulla democrazia e sul superamento dei nazionalismi, causa nel secolo scorso di due guerre mondiali e di un genocidio senza precedenti nella storia.

Perché non contaminare con questi valori il mondo intero? Difficile certo, ma non vedo altre strade.

La costruzione della Comunità Europea ci sta garantendo un periodo di pace mai avuto nella storia del nostro continente e si fonda su un principio molto semplice: ridurre e in alcuni casi cancellare politiche e scelte sovraniste, per il raggiungimento di obiettivi di interesse generale che vadano a vantaggio di tutti. Accanto ai diritti umanitari, l’altra grande sfida che ci attende è la protezione ed il rispetto dell’ambiente. Non vi sarà futuro per nessuno se non garantiamo diritti di libertà e di pace in un pianeta in “equilibrio ambientale” per preservare il capitale naturale disponibile.

Anche qui, se prevalgono scelte egoistiche dettate dal presente, trascurando gli interessi delle generazioni future, si rischia di creare danni inimmaginabili di cui i cambiamenti climatici ne sono una evidente anticipazione sotto gli occhi di tutti. Greta Thunberg e tanti altri giovani, per fortuna ci aiutano a non trascurare tutto questo. Nei terribili giorni della prima ondata della pandemia covid, quanto volte ci siamo ripetuti che nulla doveva tornare come prima?

Ora che stiamo ripartendo anche con il contributo dei fondi europei, dovremo tenere sempre in massima considerazione questi obiettivi. Il Green New Deal che l’Europa ha promosso deve ispirare ogni scelta di sviluppo presente e futuro, abbiamo le conoscenze per attuarlo, ora dobbiamo solo avere la coscienza di rispettarlo. Certo abbiamo nodi da sciogliere, come il green pass, e problemi da risolvere, come la perdita di posti di lavoro, ma anche per questi basteranno scienza e coscienza.

Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - Facoltà di Ingegneria
Università Politecnica delle Marche

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