Don Oreste Benzi

La beatificazione di Sandra nell’esempio di don Oreste

di Don Aldo Buonaiuto
4 Minuti di Lettura
Domenica 24 Ottobre 2021, 10:00

È la prima fidanzata santa ammessa all’onore degli altari. Si chiama Sandra Sabattini, una giovane che ha seguito il carisma della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Oggi è il giorno della sua beatificazione - originariamente prevista il 14 giugno 2020 ma poi sospesa a causa della pandemia - con la Messa presieduta a Rimini dal cardinale Marcello Semeraro. Sandra nasce a Riccione nel 1961 e respira la fede fin da piccola e ancor più quando, insieme ai genitori e al fratellino, si trasferisce nella canonica dello zio prete. Dodicenne incontra don Benzi e due anni dopo già partecipa a un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee chiare: «Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai». Si spende così nel servizio per i disabili e per i tossicodipendenti; va a cercare i poveri di casa in casa. Nel 1980, dopo il diploma di maturità, si iscrive a medicina sognando un giorno di diventare medico missionario in Africa. Fidanzata con un giovane che condivide il suo stesso cammino di fede, vive con lui una relazione improntata a un amore tenero e casto, alla luce della Parola di Dio. Il 29 aprile 1984, mentre si dirige a un incontro della Papa Giovanni, viene investita da un’auto, entra in coma e muore il 2 maggio successivo, a soli 22 anni. Molti dei pensieri di questa ragazza giungono fino a noi grazie al suo diario che, a partire dai 14 anni, contiene riflessioni intime e profonde, sempre alla ricerca del significato di ogni cosa, dell’Infinito. Due giorni prima dell’incidente scrive: «Non è mia questa vita che sta evolvendosi, ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il “Donatore” può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora». Lei era capace di scorgere il volto del Signore negli “ultimi” che serviva o di vedere Dio recandosi al mattino sulla spiaggia per contemplare la Creazione. Oppure andava a spingere le carrozzine il primo maggio per chiedere il diritto al lavoro anche per i ragazzi diversamente abili.

Il cuore di Sandra, limpido perché occupato solo dall’amore verso Dio e il prossimo, era sempre pieno di gioia, nonostante le prove: il suo sorriso era la manifestazione della sua unione continua col Creatore. La sua vita mostra ai giovani di oggi e a tutti gli uomini di buona volontà che questo cammino è realmente percorribile e che il Cristianesimo è concretezza, cambiamento dei propri comportamenti, conversione e non solo belle teorie! Nell’attuale società abbiamo più che mai bisogno di modelli laici di santità che offrano una testimonianza cristiana nel quotidiano e nelle diverse condizioni esistenziali. Questo non significa certo che la Chiesa non debba continuare a canonizzare religiose, religiosi, sacerdoti, vescovi o papi… Ma occorre considerare quei modelli esemplari di vita cristiana che, nella normalità, manifestano un’umanità adulta, matura, autentica, testimoniando l’immagine di Dio nella storia umana. Papa Francesco nell’udienza generale del 2 ottobre 2013, citando il Concilio, ha dettato i criteri fondamentali della santità: «Ogni cristiano è chiamato alla santità; e la santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agire Dio… Vogliamo essere santi? Il Signore ci aspetta tutti, con le braccia aperte; ci aspetta per accompagnarci in questa strada della santità. Viviamo con gioia la nostra fede, lasciamoci amare dal Signore». Il percorso e le parole di Sandra Sabattini possono aiutare ogni persona a concentrarsi sugli aspetti essenziali della propria esistenza uscendo da quel pericoloso egocentrismo capace di oscurare tutto. «Se veramente amo - scriveva la beata nel suo diario - come sopportare che un terzo dell’umanità muoia di fame? Mentre io conservo la mia sicurezza o la mia stabilità economica? Facendo così sarò una buona cristiana ma non una santa! Oggi c’è l’inflazione di buoni cristiani mentre il mondo ha bisogno di santi!».


*Associazione comunità Papa Giovanni XXIII


© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA