Nessuna paura dei robot, ne avremo tanto bisogno

Nessuna paura dei robot, ne avremo tanto bisogno

di Sauro Longhi
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Lunedì 22 Maggio 2023, 01:35

"Io, Robot”, un film di Alex Proyas ambientato nel 2035, presentava un mondo in cui robot costruivano altri robot, autonomi, intelligenti e al servizio degli umani, ma per un qualche aspetto non previsto i nuovi robot aspiravano a prendere il sopravvento uccidendo chi vi si opponeva. Per fortuna verranno sconfitti dal predestinato eroe aiutato da un robot difettoso. Mancano ancora dodici anni, ma sono certo che non avremo robot capaci di costruire autonomamente altri robot. Un robot è una macchina automatica in grado di percepire il proprio ambiente, svolgere calcoli per prendere decisioni ed eseguire azioni nel mondo reale, in risposta a preordinati compiti anche individuati da strumenti di intelligenza artificiale. Sono strumenti costituiti da parti meccaniche ed elettroniche molto complesse e svolgono operazioni semplici e in maniera molto accurata.

Ad oggi si dividono in due categorie: industriali e dei servizi. Vi sono anche quelli utilizzati in guerra ma di questi preferisco non discutere. Nella produzione industriale, soprattutto nel manifatturiero, da decenni l’organizzazione produttiva fa uso di queste macchine automatiche, oggi molto più accurate e precise, in grado di riconoscere perfettamente l’ambiente in cui operano, e pertanto capaci di lavorare in cooperazione e in sicurezza con l’operatore umano: un robot come assistente di un artigiano. L’obiettivo dei prossimi anni è rendere facile e semplice l’utilizzo di questi sistemi, così come è accaduto per i telefoni cellulari, con comandi diretti ed intuitivi, senza il coinvolgimento di ingegneri o programmatori, in un approccio, forse un po’ enfatico, di “democratizzazione della robotica”. 


In questo modo la diffusione delle tecnologie robotiche e più in generale dell’automazione potrà estendersi facilmente alle nostre medie e piccole imprese, sia per incrementare la produttività e la qualità e di conseguenza il salario delle persone coinvolte, sia perché la popolazione invecchia e la carenza di manodopera diventa sempre più grave. Questi aspetti dovrebbero incentivare le imprese e i governi nell’investire in concrete azioni di riqualificazione e di apprendimento permanente. Man mano che i posti di lavoro cambiano, i lavoratori dovrebbero essere aiutati ad acquisire nuove competenze, incluso come lavorare e gestire i robot, riducendo la “fatica” del lavoro e incrementando qualità e produttività.

Alle preoccupazioni per possibili disoccupazioni di massa si contrappongono dati di natura opposta, nei paesi dove più alta è stata la penetrazione di robot come Giappone e Corea del Sud, la robotizzazione ha spostato i posti di lavoro dalla produzione ad altri settori, senza alcuna diminuzione dei posti complessivi. Dar spazio alla creatività scaricando le persone da lavori faticosi e ripetitivi, crea opportunità di crescita e di benessere, sempre.


Nei prossimi anni gli sviluppi maggiori si avranno nella robotica di servizio, nelle cliniche, nell’assistenza sociale, in casa. Se nel 2030 nel mondo mancheranno più di 15 milioni di operatori sanitari, sarà bene iniziare a introdurre queste nuove tecnologie anche nell’assistenza sanitaria, non solo per la chirurgia e la riabilitazione o nella preparazione e somministrazione dei farmaci, ma anche per le tante azioni di assistenza, come la distribuzione dei pasti, l’igiene della persona, con robot che cooperano con gli operatori sanitari, scaricandoli anche qui da operazioni faticose e ripetitive. Analogamente con l’invecchiamento della popolazione, per garantire indipendenza e qualità di vita alle persone più fragili, la sostenibilità dell’assistenza sociale si potrà garantire solo con lo sviluppo di una robotica “domestica” di ausilio nelle azioni quotidiane. Vi sono tante attività di ricerca nella robotica assistiva sviluppate anche nella nostra regione che potrebbero, con azioni di public procurement, essere trasferite in servizi di assistenza diffusa nel territorio. Alla domanda: abbiamo bisogno dei robot? La risposta non può essere che sì. Pensate se avessimo già in casa un robot per pulire il bagno, ordinare la casa, rifare il letto, quanto più tempo avremo per “fare cose e vedere gente”. Si, forse questo sarà possibile nel 2035!

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione
Facoltà di Ingegneria
Università Politecnica delle Marche

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