Né diffidenza né disfattismo per chi si professa cristiano

Né diffidenza né disfattismo per chi si professa cristiano

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 14 Maggio 2023, 01:30

«La nascita dei figli è l’indicatore principale della speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza». È il monito di Papa Francesco agli Stati generali della natalità, il meeting sul futuro della demografia giunto alla terza edizione e promosso dal Forum delle associazioni familiari, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma nell’auditorium della Conciliazione. L’organizzatore dell’appuntamento, Gigi De Palo, quest’anno ha scelto per tema “Sos - Tenere #Quota500mila”, prefiggendosi l’obiettivo di lanciare un appello alla “corresponsabilità per far ripartire l’Italia a partire dai bambini”.

Gli Stati Generali hanno permesso di mettere attorno a un tavolo le istituzioni, le imprese, i media e il mondo della cultura per approfondire la sfida del cosiddetto “inverno demografico” stimolando anche una nuova modalità di trattare l’importante questione della natalità. Da oltre un decennio il nostro Paese è purtroppo sempre più anziano e meno popolato, oltre a essere affetto da carenze strutturali e legislative a livello fiscale, economico e sociale che si riversano sul crollo delle nascite. Un dato su tutti è senza dubbio preoccupante: siamo al record negativo di 339 mila nascite a fronte di 700 mila morti. Il Pontefice, nel suo intervento, ha chiamato in causa diversi aspetti: cultura, società e politica. Inoltre ha osservato che il contesto attuale è dominato da incertezza e fragilità, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche; a farne le spese sono i giovani che “sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare” e le donne.

“Giovani donne – ha considerato il Papa – spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome. In questo momento le donne sono schiave di questa regola del lavoro selettivo, che impedisce loro pure la maternità”. Le politiche di sostegno ai nuclei familiari sono ancora colpevolmente carenti, così come l’assistenza alle madri che portano avanti una gravidanza difficile.

L’impegno di generare la vita è un principio essenziale che non può essere condizionato dai problemi e dalle crisi che anzi dovrebbero rappresentare un’occasione per meglio ridistribuire le risorse disponibili per i giovani, le famiglie in difficoltà e i poveri.

Purtroppo tante persone in Italia e nel mondo continuano a scontrarsi con i muri dell’indifferenza di una società troppo occupata a legittimare e rispecchiarsi su se stessa per pensare ai più deboli. Chi si professa cristiano non può e non deve lasciarsi dominare da diffidenza e disfattismo né compromettersi con le mode effimere del momento, ma esprimere con decisione la propria identità testimoniando con la vita la propria fede, dando credibilità a ciò che professa più con l’esempio che con le parole.

C’è davvero bisogno di una nuova generazione di cristiani coerenti e consapevoli della loro missione che si pongono dinanzi alla collettività con uno spirito di autentico servizio, mai distante e sempre attento alle esigenze della gente. Le famiglie cristiane, in tal senso, sono soggetti attivi di evangelizzazione capaci di educare il mondo al rispetto e alla salvaguardia della vita attraverso uno stile semplice, umile e compassionevole. Invece, nell’attuale società non si riesce a trovare mai il tempo per gli altri e specialmente per il Signore, dimenticando ciò che veramente conta; si è incapaci di assegnare la giusta priorità agli impegni e alle relazioni, a partire da coloro che sono più vicini. Nel giorno della festa della mamma, rivolgiamo un pensiero pieno di gratitudine per il dono stupendo delle madri, capaci di amare e proteggere le proprie creature – esempio per tutti gli uomini chiamati a dedicarsi in modo disinteressato ai propri simili – e facciamo nostre le parole di incoraggiamento pronunciate da Papa Francesco agli Stati generali: “Non rassegniamoci al grigiore e al pessimismo sterile… È proprio nei deserti più aridi che Dio apre strade nuove. Cerchiamo insieme queste strade!”.

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