Il nuovo anno appena iniziato è carico di aspettative, speranze, ma anche di preoccupazioni che la nostra regione sta vivendo alla pari di altri territori. Circolano un po’ ovunque inquietanti dimostrazioni di violenza e aggressività, inserite nell’attuale clima di insicurezza, paure e contrasti, che coinvolgono anche i nostri giovanissimi. Negli ultimi giorni hanno fatto scalpore gli episodi di minorenni che hanno compiuto atti di vandalismo e bullismo nei confronti di coetanei inermi e delle loro famiglie. Baby gang in giro per l’Italia sempre più organizzate impegnate a compiere tutta una serie di reati con arrogante spavalderia non dimenticando mai di postare le loro malefatte sui social network e contando su una sorta di impunità collettiva dovuta alla giovane età. È l’intera collettività a essere in grave pericolo quando i ragazzi non hanno il minimo rispetto nei confronti degli altri comportandosi in modo violento. E quando devono intervenire le Forze dell’Ordine vuol dire che le agenzie educative hanno già fallito la loro missione. A volte sembra che i giovani non abbiano una grande consapevolezza dei loro gesti: in questo vuoto spaventoso è racchiusa tutta la drammaticità dei fatti e l’amara considerazione che saranno gli adulti di domani... Lo scenario è desolante: ragazzi svogliati, genitori disorientati e insegnanti spesso demotivati, mentre i nuovi modelli educativi sarebbero gli influencer, secondo il “potere” manipolatorio dei vari network. Il bisogno, per certi versi sano e naturale, che i giovani hanno di sperimentare, trovare nuove strade, mettersi alla prova sfidando tutto e tutti, non può portare a umiliare il prossimo e a disprezzare la loro stessa vita. Coloro che banalizzano tali comportamenti si fanno complici di un male irrimediabile. Chi definisce ragazzate tali gesti scellerati dimostra come questa società stia sprofondando verso una crisi valoriale senza precedenti. Cosa stiamo trasmettendo a questi figli? Basta che i ragazzi siano ben nutriti, allenati, esteticamente inappuntabili, iper-alimentati, accuditi e indottrinati di nozioni per farci proclamare di aver svolto adeguatamente il nostro dovere di educatori? I giovani, a immagine e somiglianza degli adulti, si stagliano come statue nel museo del narcisismo di massa contemporaneo.
* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII