Dalla ricerca all’istruzione altre medaglie da vincere

Dalla ricerca all’istruzione altre medaglie da vincere

di Sauro Longhi
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Lunedì 9 Agosto 2021, 10:50

Abbiamo scoperto di essere bravi nel correre e nel saltare. Forse non tutti lo sanno, ma siamo bravi anche nella ricerca e nello studio. Nel medagliere Olimpico l’Italia è al settimo o al nono posto, dipende da come contiamo le medaglie, così come siamo settimi nella classifica mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche e di ricerca, e all’ottavo posto per la loro qualità. Le pubblicazioni scientifiche permettono lo scambio, la diffusione e la condivisione della conoscenza. Descrivono i risultati, il valore e l’importanza di quanto la ricerca mondiale produce. Sono sottoposte ad una valutazione internazionale tra pari e costituiscono le olimpiadi della conoscenza, del sapere, che al contrario di quelle sportive, non si corrono ogni quattro anni, ma continuamente ogni giorno, anche in questo periodo di vacanze, perché la ricerca non si interrompe mai, richiede tempo, risorse economiche, che a volte scarseggiano, e risorse intellettuali, di cui invece siamo ricchi. Nella giornata della ricerca italiana nel mondo, iniziativa proposta dalla Ministra dell’Università Maria Cristina Messa e dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, da un sondaggio informale tra le diverse Sedi diplomatiche si sono contati più di trentatremila ricercatori italiani all’estero, quasi la metà negli Stati Uniti. Sono risorse perse dal nostro Paese, ma ognuno deve essere libero di correre la propria olimpiade dove pensa di poter vincere. Così come nelle olimpiadi, anche nella ricerca vi sono le specialità: in quella relativa al Covid, l’Italia con le proprie Facoltà di Medicina, è al quinto posto. Il nostro Paese è stato uno dei primi ad essere esposto al coronavirus, e uno dei primi ad attivarsi nella ricerca consentendo di comprendere, monitorare, prevenire e trattare questa minaccia, unica per dimensioni e gravità. Non abbiamo sviluppato vaccini, perché occorreva un tessuto economico e produttivo capace di valorizzare quanto la ricerca produce, e su questo non siamo ai primi posti al mondo. Nel farmaceutico, come in altri settori produttivi, il nostro Paese negli ultimi anni si è impoverito, così come nelle telecomunicazioni, asse strategico per un qualunque paese sviluppato, si è deciso anni fa’ di svendere tutto il patrimonio di cui disponevamo.

Non abbiamo più aziende capaci di sviluppare innovazione ma soprattutto di gestirla, pensate a cosà accadrà quando tutto sarà interconnesso da reti digitali e non saremo in grado di produrre e di gestire apparati complessi per veicolare la nostra sicurezza. Ora con i progetti della transizione digitale contenuti all’interno del Pnrr si sta cercando di recuperare quanto è stato perso. Sul lato della sicurezza digitale si è deciso di investire su una piattaforma nazionale e su nuovi strumenti di comunicazione “quantistica”. Su questo ultimo fronte la nostra attività di ricerca è di primissimo livello e in positiva sinergia con comparti produttivi di avanguardia. Su questa specialità sono certo che presto vinceremo una medaglia. Una prima sperimentazione è stata proposta la scorsa settima a Trieste al G20 su ricerca e innovazione. Nello stesso incontro, la Ministra dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, ha evidenziato l’importanza della ricerca basata su dati e finanziamenti pubblici, improntata sulla cura dell’altro e rispettosa dei valori etici, capace di non lasciare indietro nessuno e superare il divario di genere. Aspetti sottoscritti da tutti i Ministri della ricerca del G20: «per produrre e condividere informazioni su ricerca e istruzione in modo aperto, sicuro e Fair (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable), … per promuovere la partecipazione di donne e ragazze negli studi Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e in altre materie legate alla progettazione e realizzazione di iniziative digitali». È tempo che anche le ragazze intraprendano con coraggio e determinazione lo studio di materie scientifiche, abbiamo bisogno di campionesse per vincere anche questa olimpiade che deciderà del nostro futuro di libertà e di benessere.


*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche
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