11 Settembre, una data indimenticabile. Un evento che ha segnato un cambiamento, soprattutto nel mondo occidentale si è persa la convinzione della propria infallibilità e della capacità di gestire e controllare processi sociali ed economici su scala globale. In un mondo sempre più interconnesso, aperto alla mobilità di persone e merci, si sono palesate nuove instabilità e vulnerabilità. Ricordo ancora quell’11 Settembre: stavo partecipando ad una conferenza scientifica quando è trapelata la notizia e di fronte alle immagini che arrivavano eravamo increduli, spaventati. Le immagini erano drammatiche: le persone disperate, si gettavano nel vuoto e quelle torri gemelle che si sgretolavano sotto i nostri occhi. Una scena che abbiamo rivisto poco tempo fa, venti anni dopo, questa volta a Kabul. Afgani terrorizzati e disperati dal ritorno dei Talebani, pur di scappare, sono saliti sui carrelli degli aerei, precipitando nel vuoto. L’Afghanistan dove tutto è iniziato, è tornato come prima, come nel più classico gioco dell’oca si è tornati al punto di partenza. In questi venti anni il mondo è cambiato, la vulnerabilità si è allargata, non solo a causa dell’incremento degli attentati terroristici ma soprattutto per il peggioramento delle condizioni ambientali, con significativi cambiamenti climatici indotti dall’inquinamento i cui effetti sono ormai evidenti a tutti. Per fortuna nei più giovani è cresciuta la consapevolezza che senza una maggiore attenzione all’ambiente non esisterà un futuro per il pianeta. Si è percepita la necessità di ricercare un nuovo equilibrio che possa coniugare la sostenibilità ambientale con quella sociale. Papa Francesco con la sua enciclica Laudato si’ ci propone una “conversione ecologica” affinché l’umanità assuma la responsabilità di un impegno concreto per la salvaguardia del pianeta, la nostra Casa Comune, e delle persone che lo abitano, con una maggiore attenzione ai poveri, ad un uso equo e universale delle risorse del pianeta e alle “ricchezze culturali dell’umanità”. Un Papa presente e cosciente del tempo che attraversiamo, capace di mostrarci la via da seguire.
*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche