Le richieste di indipendenza e la lotta alle diseguaglianze

Le richieste di indipendenza e la lotta alle diseguaglianze

di Sauro Longhi
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 11:14

Nelle ore che hanno preceduto la finale dei Campionati Europei di calcio, tra i tanti messaggi di whatsapp che giravano nella rete ricorderete forse la copertina del “The National”, il giornale che supporta l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito, con Roberto Mancini vestito dei panni di Mel Gibson nel film Braveheart, e dal titolo “Salvaci Roberto, tu sei la nostra speranza finale”. Dopo l’uscita del Regno Unito della Comunità Europea, la Scozia ha sempre contrastato questa scelta tanto da chiedere la propria indipendenza e tornare in Europa. Tanti sono stati gli appelli della prima ministra scozzese Nicola Sturgeon in questa direzione ed è forte la voglia di indipendenza di queste terre. Hanno una propria nazionale di calcio e ovviamente non si sentono rappresentati da quella inglese, sempre per rimanere in ambito calcistico. Situazioni analoghe esistono anche in altre parti d’Europa, con regioni che vogliono la propria indipendenza o una diversa appartenenza, basti pensare alla Catalogna, alle tre regioni che compongono il Belgio, all’Alto Adige. Se l’Europa si potesse fondare concretamente con il superamento degli stati sovrani, forse queste richieste di indipendenza o di maggiore autonomia potrebbero trovare spazio, ma prima occorre condividere principi generali di cooperazione in materia di inclusione sociale, ambiente, sanità e sicurezza attraverso una “Costituzione Europea” che regoli le forme e i principi di solidarietà, giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza per creare condizioni di benessere condiviso. Le autonomie pensate solo per vantaggi economici a discapito di altri sono difficili da giustificare. Anche in Italia da qualche tempo si è iniziato a discutere di autonomia differenziata, su proposta delle regioni più ricche, che vorrebbero mantenere nel proprio bilancio regionale maggiori risorse riducendo quelle trasferite allo Stato. Poi è arrivata la pandemia e almeno questo tema è stato eliminato dalle agende politiche. Abbiamo visto tutti i limiti della sanità regionale, le diverse autonomie hanno mostrato incapacità di affrontare in modo efficace l’emergenza e le complessità, con spreco di risorse economiche e perdite di molte vite.

Con l’autonomia differenziata, si volevano, ad esempio, proporre sistemi scolastici e universitari su basi regionali, da finanziare autonomamente, riducendo così il valore dell’intero sistema di istruzione, producendo disparità educative su gran parte del Paese e di fatto aumentando le diseguaglianze piuttosto che ridurle. Il passo successivo sarebbe stato la cancellazione del valore legale dei titoli di studio conseguiti su tutto il territorio nazionale, con oggettive introduzioni di disparità nei programmi di studio e nelle strutture formative. Per fortuna, almeno questo, la pandemia l’ha evitato. Ma sono certo che presto ritornerà in discussione, non appena il Governo Draghi supererà le emergenze collegate al piano vaccinale e al raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Pnrr è l’altro campionato europeo che ci attende, ben più importante di quello che si è appena concluso. Qui l’allenatore è il Presidente Mattarella e sono certo saprà guidarci fuori dalle emergenze prima del termine del suo mandato. Nel Pnrr, oltre ai necessari investimenti in infrastrutture e servizi, dovranno trovare spazio alcune importanti riforme che l’Europa ci chiede in cambio dei finanziamenti. Tra queste vi è la riforma della Giustizia, proprio la scorsa settimana è stato approvato il ddl su questa materia. L’argomento è tra i più importanti ed è stato all’attenzione di tutti Governi degli ultimi 20 anni senza trovare una soluzione. Mi auguro che vi sia la possibilità di trovare nei passaggi parlamentari la possibilità di discutere dei vari aspetti di questa riforma. Per ora da parte di molti esperti sono emerse molte perplessità, soprattutto sulla prescrizione. Bisogna riservare tutta la necessaria attenzione, altrimenti rischiamo di iniziare questo nuovo campionato con un autogol.

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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