L’intelligenza artificiale e noi. Mai perdere capacità d’analisi

L’intelligenza artificiale e noi. Mai perdere capacità d’analisi

di Sauro Longhi
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Lunedì 8 Maggio 2023, 01:20

Negli anni 70 arrivarono le prime calcolatrici elettroniche tascabili, qualcuno le ricorda? Display a 7 segmenti rossi, le più diffuse prodotte dalla Texas Instruments. Si sostituirono al regolo calcolatore, due righelli scorrevoli in scala logaritmica, subito agli esami scritti di ingegneria e in brevissimo tempo arrivarono anche nelle mani delle alunne e degli alunni delle scuole primarie. L’introduzione di questo semplice strumento non fu esente da discussioni e confronti di opinioni anche molto accese, il timore era di non educare al calcolo soprattutto i più giovani, ma così non è accaduto. Certo, come ripeto ai miei studenti, non “fidatevi” del risultato prodotto da un programma di calcolo in un computer, valutate la “congruità” del risultato, valutate se il risultato è plausibile con il contesto, se è corretto. Quando si usano strumenti automatici che semplificano alcune nostre azioni dobbiamo sempre mantenere la nostra capacità di analisi per comprendere se le azioni e le informazioni prodotte sono corrette ed utili.

La digitalizzazione

Soprattutto oggi, dove in seguito allo sviluppo esponenziale dei sistemi di calcolo, sempre più potenti, e alla digitalizzazione ormai pervasiva in ogni ambito, dall’economico al sociale e culturale, dobbiamo acquisire capacità di analisi e di valutazione di quanto ci viene proposto dai nuovi strumenti di Intelligenza artificiale. Sono strumenti capaci di fare meglio e più velocemente quello che noi sappiamo già fare, soprattutto perché riescono a utilizzare molti più dati e a elaborarli molto più velocemente di quanto possiamo fare noi. Più si utilizzano e più migliorano perché basati su algoritmi, insieme di regole codificate, capaci di proporre un apprendimento automatico, fanno meglio ciò che facevano prima, grazie al confronto tra quanto prevedevano e quanto i dati oggettivi esprimono. Se da un lato questo preoccupa, dall’altro si conferma che l’apprendimento codificato, un complesso modello matematico di dimensioni e strutture finite, un modello dei dati da cui ha appreso, produce quanto previsto. Il traduttore di testo da lingue diverse disponibile anche sul cellulare ne è un esempio.

Istantaneamente, mentre scriviamo il nostro testo in italiano, ci viene proposta la traduzione nella lingua scelta, perché addestrato su tantissimi testi di cui già si conosceva la traduzione, e sulle correzioni che noi introduciamo per migliorare la traduzione.

Anche qui vale il consiglio dato ai miei studenti, mantenere la capacità di comprendere se la traduzione è congrua e coerente, ne segue che l’insegnamento delle lingue straniere dovrà continuare nelle scuole. È facile prevedere, grazie agli strumenti di apprendimento automatico per il riconoscimento vocale, di poter interloquire con qualunque cittadino del mondo, utilizzando ciascuno la propria lingua nativa. Esempi di questo tipo, comunemente indicati come intelligenza artificiale “stretta”, se ne possono trovare tantissimi, nell’assistenza sanitaria, nei sistemi di trasporto, nei servizi di vendita, nei sistemi energetici, ed è facile prevedere la creazione di nuove professioni e la modifica di altre, come è avvenuto nei sistemi produttivi con l’avvento della robotica e dell’automazione industriale.

Chiare regole

Occorrono pertanto chiare regole di utilizzo, un attento controllo delle azioni che generano, livelli di sicurezza garantiti e tutela nell’utilizzo. Poi devono essere resi noti i dati utilizzati per l’addestramento che determinano la qualità delle risposte, un sistema intelligente è un modello dei dati utilizzati. Recentemente, la diffusione dei modelli linguistici di grandi dimensioni addestrati su una quantità grandissima di dati ha generato smarrimento e paura per la capacità di generare testo su precise indicazioni, mostrando una “apparente” capacità di ragionare e pianificare. Sono solo strumenti che possono aiutare a scrivere meglio e più velocemente una email, un nuovo programma di calcolo, ma non sono capaci di svolgere un qualsiasi compito intellettuale che ogni essere umano può sviluppare, come scrivere un romanzo o l’editoriale che state leggendo. Come ogni strumento dipende dal nostro utilizzo: un bastone può aiutare un anziano a camminare ma anche essere uno strumento di offesa.

*Dipartimento di Ingegneria
dell’informazione
Facoltà di Ingegneria
Università Politecnica
delle Marche

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