In ritardo sul fronte energetico: c’è da sconfiggere la burocrazia

In ritardo sul fronte energetico: c’è da sconfiggere la burocrazia

di Donato Iacobucci
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Giovedì 21 Aprile 2022, 20:23

La necessità di diversificare le fonti energetiche indotta dalla guerra in Ucraina ha messo in luce la situazione di incredibile ritardo accumulato dal nostro paese nell’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici. La gran parte è in attesa da anni delle necessarie autorizzazioni. Le lungaggini non sembrano giustificate da esigenze di tutela ambientale; fissate dalla normativa e probabilmente rispettate da buona parte dei progetti. Ci sono progetti e risorse ma tutto è bloccato dalla burocrazia. Nel leggere di queste situazioni torna alla mente la divertente riflessione dello storico economico Carlo Cipolla a proposito delle leggi della stupidità umana. Secondo Cipolla sono considerati stupidi quei comportamenti che determinano costi per la collettività senza produrre vantaggi per chi li mette in atto. Anche nel caso delle lungaggini burocratiche sono evidenti i costi per la collettività mentre si fa fatica ad individuare chi ne trae vantaggio. In qualche caso dirigenti e funzionari pubblici potrebbero trarre benefici personali dal blocco o dal rallentamento delle procedure, ma si tratta di casi isolati che non giustificano l’entità del fenomeno. Che sembra piuttosto legato dall’eccesso di norme e regolamenti e ai rischi derivanti dalla loro interpretazione. Sembra essere una situazione emblematica di stupidità collettiva in cui sono evidenti i costi e gli svantaggi per tutti mentre non sembrano esservi beneficiari. Azzardo una possibile interpretazione. Apparentemente la farraginosità della burocrazia italiana non ha beneficiari diretti. In realtà essa si traduce in un vantaggio generalizzato per tutti coloro che sono occupati nella produzione, nell’applicazione e nell’interpretazione di norme e regolamenti. Le amministrazioni pubbliche sono piene di persone la cui funzione è quella di garantire che i processi siano conformi alle norme; con scarsa considerazione e sensibilità per l’efficacia dei processi e per i tempi: l’importante è che siano conformi alle norme. Norme e regolamenti per i quali il nostro paese detiene di gran lunga il primato in termini di quantità ma non certo in termini di qualità, non fosse altro per il fatto che la proliferazione quantitativa determina sovrapposizioni, contraddizioni e incertezze di applicazione.

Con conseguente necessità di persone occupate nel garantire il rispetto delle procedure e la risoluzione delle inevitabili controversie. L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di avvocati in relazione alla popolazione: gli iscritti all’albo di Lazio e Campania superano il totale di quelli iscritti in tutta la Francia. Un imprenditore edile che lavora prevalentemente per il pubblico mi diceva che ultimamente era più alla ricerca di laureati in giurisprudenza per l’ufficio legale che di ingegneri per gli uffici tecnici. Non so se si trattasse di una battuta ma rende bene la situazione che si è creata nelle organizzazioni pubbliche e private del nostro paese. I danni che associamo alla burocrazia non sono quindi del tutto privi di beneficiari: ne beneficiano, seppure indirettamente, tutti coloro che hanno il compito di produrre, interpretare e aiutare ad applicare norme e regolamenti. A cui vanno aggiunte le persone occupate a dirimere le controversie derivanti da norme eccessive, confuse e contraddittorie. Uscire da questa situazione non è semplice. Da almeno una ventina d’anni i governi si sono posti come obiettivo quello della semplificazione ma i risultati sono stati finora scarsi o nulli. La questione non è infatti solo quella di ridurre e semplificare le norme; un’effettiva semplificazione comporterebbe una drastica riduzione del numero e del ruolo delle persone occupate nel districarci dalla giungla normativa e regolamentare. Non è un caso che la risposta alla necessità di accelerare le autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici ed eolici è che occorre assumere altre persone: non per progettare e realizzare gli impianti ma per assicurarsi un più rapido slalom fra normative e regolamenti. Non ho idea di come si possa uscire da questo circolo vizioso. I colleghi giuristi sono sicuramente più attrezzati di me a proporre soluzioni ma temo che ne abbiano scarso interesse. 


*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coordinatore Fondazione Merloni
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