La plastica in mare è un problema da affrontare

Purtroppo la solita estate dell’inciviltà ambientale

di Roberto Danovaro
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Giovedì 26 Agosto 2021, 01:35

Se dovessimo definire l’estate 2021 la potremmo definire l’estate dell’inciviltà ambientale. Se ricordate bene, in molti, incluso il sottoscritto, avevano trovato un solo elemento potenzialmente utile dalla pandemia: appena ci siamo fermati, la natura si è ripresa dandoci la conferma che possiamo fare qualcosa per migliorare lo stato dell’ambiente. Ma era una mera illusione. Questa estate abbiamo recuperato il tempo perso. Mascherine per terra ovunque. Mari depredati e pieni di plastica. Il rapporto della goletta verde di Legambiente appena uscito appare chiaro: il mare è più inquinato di un anno fa. Stando alle ricerche sui livelli di carica batterica nelle acque, la bandiera nera va alla Campania dove 12 siti risultano fortemente inquinati, ma seguono a stretto giro Lazio, Toscana, Calabria, Sicilia e le stesse Marche. Chi prova a fare qualcosa per l’ambiente, ne fa le spese. Un bagnino a Castellabate in Campania viene malmenato perché salva una medusa (totalmente innocua) lasciata a morire sulla riva da alcuni bagnanti. Un carabiniere in pensione cerca di bloccare chi sporca la spiaggia, e muore di infarto in seguito alla forte discussione che è scaturita con i bagnanti. La procura di Torre Annunziata in Campania, dopo molti mesi di indagini e pedinamenti ha arrestato 18 persone per la pesca illegale del dattero e per i danni ambientali causati dai pescatori abusivi. Il giorno dopo l’arresto il Maresciallo responsabile delle indagini è stato picchiato e mandato all’ospedale. La pesca del dattero avviene anche al Conero, e i pescatori locali sanno anche nome e cognome dei responsabili. Ma qui tutto tace. Eppure basta andare su TripAdvisor per vedere dai commenti dei turisti che i datteri di mare sono venduti anche da noi. Ma non è tutto, nelle settimane scorse le nostre coste hanno visto altri atti di pesca illegale. Una “banda del riccio di mare” si è accampata al Conero per due giorni per raccogliere centinaia di kg e migliaia di esemplari di questo organismo prezioso per la salute del mare. Solo l’intervento dei volontari del Comitato promotore per l’area marina protetta del Conero, grazie a molteplici segnalazioni e solleciti, ha permesso di cogliere in flagranza i malviventi.

Lungo le nostre coste, continua la pesca abusiva delle turbosoffianti a caccia di vongole, che continuano a pescare in modo illegale sotto le 0,3 miglia da costa (circa 500 m) previsti dalla legge. Anzi per non sbagliare i vongolari hanno anche ottenuto nel 2021 la proroga per l’autorizzazione a a pescare vongole di 22 mm invece che di 25 mm. Moto d’acqua rombano sotto costa e sfrecciano diportisti a 15 nodi a meno di 100 m da costa. Il limite di navigazione e ancoraggio dalla costa, previsto dalla Capitaneria del Porto di Ancona, è di 300 metri, ma tanto nessuno fa nulla. La riviera del Conero è stata presa d’assalto. Una frana tra Mezzavalle e il Trave ha messo in serio pericolo 32 persone tratte in salvo da un intervento di emergenza. Erano tutte in zona interdetta alla frequentazione dei bagnanti. Qualcuno si è divertito a contare per molti week end oltre 350 barche attraccate al Trave, dove peraltro sarebbe interdetto l’ancoraggio a meno di 100 m dalla riva. Mentre alla chiesetta di S. Maria di Portonovo e alla spiaggia Sassi Neri il limite di ancoraggio è di 100 metri, ma nessuno rispetta neanche quello. Ci saranno centinaia di infrazioni ogni giorno che vengono completamente ignorate dagli organi competenti. Per non parlare dei danni ambientali, tra versamenti di reflui e devastazione del poco rimasto sui fondali. Quello che colpisce è la completa tolleranza per i danni che vengono causati al mare e la totale intolleranza per le minime infrazioni al traffico automobilistico. I nostri vigili sono inflessibili per un tagliando del parcheggio scaduto da pochi minuti, una ruota che esce dalle linee azzurre, la mancanza del parchimetro. Una città dove un parcheggio a strisce bianche è diventato così raro da rimanere pressoché un ricordo per i più grandi. Poi, quando dovremmo fare le multe a chi non rispetta l’ambiente, a chi ruba le risorse del mare, magicamente, scopriamo che non ci sono le risorse per punire i colpevoli o non ci si accorge di nulla.

Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine

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