Se dovessimo definire l’estate 2021 la potremmo definire l’estate dell’inciviltà ambientale. Se ricordate bene, in molti, incluso il sottoscritto, avevano trovato un solo elemento potenzialmente utile dalla pandemia: appena ci siamo fermati, la natura si è ripresa dandoci la conferma che possiamo fare qualcosa per migliorare lo stato dell’ambiente. Ma era una mera illusione. Questa estate abbiamo recuperato il tempo perso. Mascherine per terra ovunque. Mari depredati e pieni di plastica. Il rapporto della goletta verde di Legambiente appena uscito appare chiaro: il mare è più inquinato di un anno fa. Stando alle ricerche sui livelli di carica batterica nelle acque, la bandiera nera va alla Campania dove 12 siti risultano fortemente inquinati, ma seguono a stretto giro Lazio, Toscana, Calabria, Sicilia e le stesse Marche. Chi prova a fare qualcosa per l’ambiente, ne fa le spese. Un bagnino a Castellabate in Campania viene malmenato perché salva una medusa (totalmente innocua) lasciata a morire sulla riva da alcuni bagnanti. Un carabiniere in pensione cerca di bloccare chi sporca la spiaggia, e muore di infarto in seguito alla forte discussione che è scaturita con i bagnanti. La procura di Torre Annunziata in Campania, dopo molti mesi di indagini e pedinamenti ha arrestato 18 persone per la pesca illegale del dattero e per i danni ambientali causati dai pescatori abusivi. Il giorno dopo l’arresto il Maresciallo responsabile delle indagini è stato picchiato e mandato all’ospedale. La pesca del dattero avviene anche al Conero, e i pescatori locali sanno anche nome e cognome dei responsabili. Ma qui tutto tace. Eppure basta andare su TripAdvisor per vedere dai commenti dei turisti che i datteri di mare sono venduti anche da noi. Ma non è tutto, nelle settimane scorse le nostre coste hanno visto altri atti di pesca illegale. Una “banda del riccio di mare” si è accampata al Conero per due giorni per raccogliere centinaia di kg e migliaia di esemplari di questo organismo prezioso per la salute del mare. Solo l’intervento dei volontari del Comitato promotore per l’area marina protetta del Conero, grazie a molteplici segnalazioni e solleciti, ha permesso di cogliere in flagranza i malviventi.
* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine