Energia e conoscenza strategici allo sviluppo globale del pianeta

Energia e conoscenza strategici allo sviluppo globale del pianeta

di Sauro Longhi
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Lunedì 21 Marzo 2022, 10:30

Vi propongo un problema di matematica delle elementari, del tipo “la contadina che vende le proprie uova al mercato”. Nel luglio del 2008 il petrolio costava quasi 150 dollari al barile e la benzina alla pompa del distributore si vendeva a poco meno di 1,40 euro al litro, oggi che il petrolio costa 110 dollari al barile e la benzina si vende a 2,10 euro al litro, di quanto è aumentato il guadagno del produttore di benzina? La risposta la conoscete, tantissimo, lo stesso Ministro Cingolani ha parlato nei giorni scorsi di ignobile speculazione. Saranno pure aumentati alcuni costi, ma il petrolio si trasporta sempre con le stesse petroliere ed oleodotti e si utilizzano le stesse raffinerie, quindi i costi produttivi e logistici sono rimasti pressoché inalterati. Il Presidente del Consiglio Draghi nel varare le misure per ridurre di 25 centesimi il costo della benzina ha promesso che le misure troveranno copertura anche da un prelievo del 10% sui profitti straordinari dei produttori di energia. Quindi profitti straordinari, a volte speculativi, ci sono stati e continuano ad esserci in tutto il settore dell’energia. Nello stesso Decreto verranno alleggerire anche le bollette di luce e gas, dato che da qualche tempo il costo dell’energia continua ad aumentare sotto spinte speculative mascherate da continue giustificazioni, prima i maggiori costi indotti dalla transizione ecologica, poi la forte domanda indotta dalla ripresa dopo la pandemia, infine la crisi generata dalla guerra in Ucraina. Come già detto in altre occasioni, lo ripeto, l’energia e la conoscenza sono gli assi fondamentali su cui corre lo sviluppo globale del pianeta. Il dramma della guerra di queste settimane ha messo in secondo piano le grandi questioni che interessano l’intera umanità, la più importante, la più dirompente è la trasformazione, la rivoluzione energetica che richiederà di abbandonare quasi tutte le fonti energetiche fossili. La grande mobilitazione della società civile, in particolare dei giovani, ha permesso di avviare una strategia graduale ma continua di trasformazione energetica nei processi produttivi, nei sistemi di mobilità e nei contesti residenziali.

Ora tutto questo sembra interrompersi. Si è addirittura pensato di riaprire le centrali a carbone nel caso dovesse mancare il gas proveniente dalla Russia. Chi trae vantaggio dal consumo di fonti fossili farà di tutto per cancellare o ritardare la transizione energetica. Le emergenze indotte da questa guerra stanno forse indebolendo le priorità che la Comunità Europea si era posta sulla transizione energetica? L’Europa per essere capace di affermare politiche comuni di sviluppo ha bisogno di due cose: una riforma per prendere decisioni a maggioranza, evitando il veto di un singolo paese e un proprio esercito, per coordinare e armonizzare i sistemi di difesa esistenti. Ed invece assistiamo ad inaspettati e apparentemente non giustificati incrementi della spesa militare nei singoli Paesi. Ha iniziato la Germania finanziando con 100 miliardi di euro le proprie forze armate, portando la spesa militare tedesca dall’attuale 1,4% del Pil al 2%. L’Italia sembra voler fare la stessa cosa, la Camera nella scorsa settimana ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo ad avviare un incremento delle spese per la Difesa fino al 2% del Pil. Chiedere questo impegno significa sottrarre fondi per le spese correnti ad esempio per Scuola, Ricerca e Sanità, si stima 13 miliardi all’anno. Già nell’arco di 2 anni verranno meno 6 miliardi per la Sanità, a fronte di una pandemia che sarà eliminata per decreto, ma che continua a diffondersi. Con questa scelta il Parlamento di fatto chiede di togliere soldi ai servizi essenziali per le persone, utili a ridurre le tante diseguaglianze sociali, economiche e culturali presenti nel Paese. Per aumentare i costi della difesa si dovrà necessariamente tagliare altri costi, non esistono alternative, dato che aumentare le tasse è impraticabile, aumentare il debito è impossibile, inasprire la lotta all’evasione una barzelletta.

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche


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