Capire il valore della differenza per vincere il buio della paura

Capire il valore della differenza per vincere il buio della paura

di Sauro Longhi
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Lunedì 27 Marzo 2023, 07:17

Il 21 marzo oltre che il primo giorno di primavera è anche il giorno in cui si commemora la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Ma con i tanti problemi che ci stanno piovendo addosso, dalle crisi delle banche, all’escalation della guerra in Ucraina, all’inflazione a due cifre, che senso ha dedicare risorse e forze al contrasto del razzismo? E poi in Italia, nelle Marche, dove tutti possono vivere liberamente e senza discriminazioni. Ne siamo sicuri? A volte la discriminazione parte involontariamente in risposta alla paura e alla diffidenza verso chi è diverso da noi per cultura, storia e colore della pelle, altre volte in risposta a semplificazioni politiche. Quante forme di razzismo abbiamo visto negli stadi con cori intolleranti contro giocatori di origine straniera, spesso africana? L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, 75 anni fa, proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un ideale comune da cui trarre ispirazione e guida per le politiche dei singoli Stati. Di seguito riporto i primi articoli. Art. 1 “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Art. 2 “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere”. Art. 3 “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Art. 4 “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù”. Art. 5 “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti”. Siamo certi che nelle nostre leggi, nei nostri ordinamenti sociali, nella convivenza civile questi principi trovano spazio e valore? Andrebbero professati e quando presenti difesi. Educare al rispetto è l’unica strada percorribile. Lo si può e lo si deve fare per i più giovani per il loro futuro che sarà di incontro, di contaminazione culturale, di interscambio di esperienze, di rispetto e condivisione di valori inviolabili come la pace, il rispetto del diverso, il contrasto alle diseguaglianze sociali ed economiche. Se tanti giovani laureati lasciano i nostri territori per cercare opportunità degne del loro impegno nello studio, ne possono arrivare altri attratti dal nostro sistema educativo, ambiziosi di studiare, di apprendere e comprendere per costruirsi una concreta opportunità di vita degna del proprio impegno, magari ritornando nel proprio paese. Per educare al rispetto occorre facilitare l’accoglienza di ragazze e ragazzi che vogliono studiare nelle nostre scuole e nelle nostre università. I tanti progetti di internazionalizzazione dovrebbero trovare ancora più spazio e risorse nelle politiche di sviluppo nazionale e regionale, cercando di garantire una parità di genere: spesso, come nelle discipline STEAM, le studentesse che scelgono di venire in Italia per studiare sono in minoranza. L’incontro nelle aule, nei laboratori di giovani di culture diverse aiuta a comprendere il valore della differenza, a condividere la conoscenza, l’unica vera luce che può sconfiggere il buio della paura della diffidenza del diverso. Molti dei paesi a cui ci ispiriamo per il nostro sistema sociale ed economico hanno un modello educativo aperto all’accoglienza. Investire nell’educazione, nello studio è l’unica via in grado di sconfiggere la discriminazione razziale e professare la Dichiarazione universale dei diritti umani. Non dimentichiamo la storia, manteniamo memoria per evitare di commetterne gli stessi errori. Le scuole e le università non sempre furono all’altezza della loro missione, in Italia nel secolo scorso fecero da apripista nell’applicazione delle leggi razziali con l’esclusione dall’insegnamento dei docenti ebrei. Nell’estate del 2018 a Pisa dove tutto ebbe inizio 80 anni prima, le Università italiane rappresentate dai propri Rettori con la Cerimonia del ricordo e delle scuse hanno voluto ricordare per la prima volta l’ingiustizia commessa. Ricordare è aiutare a comprendere le complessità da superare.

* Dipartimento di Ingegneria dell’informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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