Vino ed energia, ecco il futuro. Stesso campo e due produzioni

Vino ed energia, ecco il futuro. Stesso campo e due produzioni

di Sauro Longhi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Dicembre 2022, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 18:29

Vino ed energia un binomio apparentemente strampalato, ma forse non lo sarà più nel futuro. Lungo lo stesso fianco di collina si potrà produrre uva di qualità per fare buon vino e generare energia pulita con impianti fotovoltaici, ottenendo così due raccolti, il primo agricolo, il secondo energetico. Finora l’agricoltura e l’energia solare si vedono in contrapposizione, dove trovano spazio gli impianti fotovoltaici, le coltivazioni scompaiono. Ma si possono escogitare altre soluzioni, dove la copertura dei pannelli fotovoltaici è parziale e utile a proteggere le coltivazioni dalle temperature sempre più alte, da parassiti e da eventi climatici catastrofici. Nell’agri-fotovoltaico con la condivisione di fotoni tra colture e fotovoltaico, la priorità rimane la produzione agricola. Nel sud-est della Francia si sta sperimentando l’inserimento di un impianto fotovoltaico su un vigneto di Grenache Noir con risultati promettenti sulla qualità dell’uva e sui risparmi idrici. Analoghe sperimentazioni anche in Germania, perché non avviarle anche nelle Marche, terre di eccellenza per i vini? La tematica, assieme ad altre di interesse per il futuro, è stata presentata nell’ultimo incontro del Board of Governors del JRC (Joint Research Centre), a cui ho contribuito come rappresentate italiano. I laboratori del JRC forniscono conoscenze scientifiche indipendenti basate su dati concreti a sostegno delle politiche dell’Unione Europea per aiutare la Commissione ad anticipare e gestire meglio le sfide attuali e future. La tematica richiederà ulteriori sperimentazioni, lo sviluppo di specifiche normative e regolamentazioni, senza dimenticare le problematiche connesse con la manutenzione, il recupero e la sostituzione dei pannelli al termine del loro ciclo di vita, in una piena visione di economia circolare. 
Queste soluzioni qualora fossero percorribili, assieme ad altri sistemi alimentati da fonti rinnovabili, concorreranno al raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica, garantendo una maggiore indipendenza energetica del Paese. Nella transizione, un ruolo fondamentale è ricoperto dalla rete elettrica affidabile ed efficiente per la raccolta dell’energia prodotta da fonti rinnovabili distribuiti nelle città e nelle campagne.

La rete elettrica dovrebbe sempre più assomigliare alla rete Internet, in cui tutti sono contemporaneamente produttori e utilizzatori di informazione, in questo caso tutti contemporaneamente produttori e consumatori di energia. La rete ridurrebbe la necessità di sistemi di accumulo in quanto l’energia prodotta verrebbe distribuita e consumata, soprattutto su ambiti locali. In questa prospettiva, le comunità energetiche, associazioni organizzate di utenti che collaborano tra loro per produrre, consumare e gestire energia rinnovabile attraverso una o più strutture territoriali, potrebbe dare un contributo significativo alla transizione energetica. Le comunità potrebbero essere organizzate in cooperative, associazioni no profit, condomini, attività commerciali e società regionali per fornire energia rinnovabile a prezzi contenuti ai propri membri. Ma per questo occorre una rete elettrica integrata con strumenti telematici e apparti elettronici per la gestione locale dei flussi di energia erogata da molteplici produttori che devono rispettare requisiti di frequenza e di ampiezza. Soluzioni tecnologicamente disponibili, ma per la cui attuazione occorrono norme per regolamentare le compensazioni tra chi produce e chi consuma, e soprattutto su chi gestisce la rete, una infrastruttura fondamentale su cui si poggia tutta la transizione energica. Se i consumi energetici del futuro saranno prevalentemente elettrici, dalla mobilità al riscaldamento, sarà bene dotarsi di una infrastruttura adeguata, altrimenti rischieremo lo stesso ritardo che abbiamo nella transizione digitale, dove non disponiamo ancora di una rete digitale adeguata con una terminazione di fibra ottica in ogni punto di utilizzo. La transizione energica verso le rinnovabili è ormai tracciata, non esiste altra soluzione sostenibile per il futuro. Ricordiamoci che l’età della pietra terminò non perché terminarono le pietre ma perché si scoprirono i metalli. 

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

© RIPRODUZIONE RISERVATA