Laureati in fuga dalle Marche. Rischiamo di perdere il futuro

Laureati in fuga dalle Marche. Rischiamo di perdere il futuro

di Sauro Longhi
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 08:04

Due giorni fa, l’11 febbraio, l’Unesco ha celebrato la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Un’occasione per presentare il rapporto annuale con una nitida fotografia delle disparità nei settori delle scienze, delle tecnologie, dell’ingegneria e della matematica, spesso indicati con l’acronimo inglese Stem. In questi settori, dove oggettivamente è più facile trovare lavoro e dove si gioca l’appuntamento con il futuro, la percentuale delle ragazze laureate è molto più bassa. In Italia, le studentesse rappresentano ben oltre la metà dei laureati, quasi il 60 percento, ma nelle materie Stem appena il 20 percento, mentre i ragazzi quasi il doppio. Questa differenza andrebbe ridotta sia per offrire maggiori possibilità di occupazioni alle ragazze sia perché nelle transizioni in atto mancano persone competenti per poter attuare le tante azioni necessarie per introdurre una maggiore equità sociale. Non a caso, nelle tante misure pianificate del Pnrr vi sono iniziative che dovrebbero incentivare l’interesse delle ragazze nei settori tecnico scientifici. Per ridurre queste differenze occorrerà comunque del tempo, soprattutto per abbattere un’errata convinzione che per queste discipline le studentesse non siano portate. La mia esperienza di professore di robotica mi porta ad una convinzione dimetricamente opposta: nelle mie materie orientate all’automazione, generalmente le studentesse superano l’esame con votazioni mediamente superiori a quelli dei loro colleghi. Nella scelta dei corsi di studio delle studentesse prevalgono spesso condizionamenti culturali e sociali che limitano la scelta verso questi percorsi tecnico scientifici in grado di offrire una sicura occupazione. È mia convinzione che nell’orientamento agli studi andrebbero coinvolti tutti i livelli di formazione compresa l’università, mentre invece si focalizza solo sulla prossimità formativa: alle medie l’orientamento è indirizzato alla scelta della scuola superiore, alle superiori verso l’università. Si dovrebbe invece iniziare con una concreta attività di informazione sui percorsi di studio già dalle elementari, per mostrare le tante possibilità che la scuola può offrire, aiutando le famiglie a costruire un percorso consapevole di crescita per i propri figli, evitando i tanti casi di dispersione scolastica e garantendo a tutti la possibilità di raggiungere i più alti livelli di studio. Nella mia precedenza esperienza da Rettore, ho iniziato a sperimentare questa idea ricevendo significative conferme. Ricordo la risposta di una bambina in visita alla nostra facoltà di medicina, alla mia domanda di cosa bisognasse fare per diventare astronauti, lei alzando la mano disse in modo chiaro e determinato: “studiare”. Grande disparità esiste anche nelle retribuzioni, come evidenziato nell’ultimo rapporto di Alma Laurea dell’Università di Bologna, a parità di impiego e mansioni, le giovani laureate guadagno dal 10 al 20 percento in meno dei loro colleghi. Anche se questo aspetto è difficile da comprendere, si inserisce nel quadro più generale delle retribuzioni per i giovani laureati che sono generalmente basse, ancor di più nelle Marche, motivo che porta tante laureate e tanti laureati ad emigrare in altre Regioni o all’estero, come evidenziato in un report recentemente presentato dalla Segretaria generale della UIL Marche. Un giovane laureato o una giovane laureata, anche se con poca esperienza, hanno un potenziale di conoscenza e di capacità che potrebbe essere utilmente impiegate per sviluppare efficienza, innovazione e qualità anche nelle piccole imprese, collaborando con chi dispone di esperienza e di maturità, evitando inefficaci strumenti come il tirocinio formativo, sottopagato, che allontano i più volenterosi e i più competenti. Su questo punto sia le giovani laureate che i giovani laureati la pensano allo stesso modo, preferiscono trovare un lavoro che riconosca il proprio impegno e valore anche lontano da dove sono cresciuti. Così le Marche rischiano di perdere il futuro dove il contributo umano nel mondo del lavoro sarà sempre più importante e mai sostituibile dalle nuove tecnologie. 

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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