Il polmone degli oceani che aspetta una risposta

Il polmone degli oceani che aspetta una risposta

di Roberto Danovaro
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Giovedì 11 Giugno 2020, 03:20
Gli oceani costituiscono la più grande fonte di proteine del nostro pianeta, con oltre 3 miliardi di persone che vivono utilizzando, come fonte primaria di cibo, i prodotti del mare e con 1 miliardo di persone che vivono esclusivamente di questa risorsa. Miliardi di persone, quindi, dipendono dai prodotti della fascia costiera e dalla biodiversità marina per il proprio sostentamento e questo dato è destinato a crescere in futuro. Gli oceani sono anche il nostro principale alleato contro i cambiamenti climatici poiché assorbono oltre il 30% di anidride carbonica prodotta dall’uomo e sono una fondamentale fonte di medicine. La salute pubblica, di fatto, è intimamente legata alla salute degli oceani. Basti pensare che in questi mesi abbiamo scoperto che gli organismi marini degli abissi sono stati la chiave per poter identificare e rilevare i virus responsabili del Covid-19 e di molti altri patogeni e che saranno la chiave per capirne i segreti e combattere le epidemie. Insomma, è nell’ambiente e, in particolare nel mare, che potremmo trovare le soluzioni per rendere sostenibile lo sviluppo dell’umanità. Questo è uno dei tanti motivi per cui, l’8 giugno scorso, abbiamo celebrato la Giornata Mondiale degli Oceani che serve a ricordare a tutti il ruolo fondamentale che gli oceani hanno nella vita di tutti i giorni. Sono i polmoni del nostro pianeta e forniscono la metà dell’ossigeno che respiriamo. Lo scopo della giornata degli oceani è proprio quello di informare il pubblico sull’impatto che l’uomo ha sugli oceani, sviluppare un movimento mondiale di cittadini per gli oceani e mobilitare la popolazione mondiale per un progetto di gestione sostenibile degli oceani. È anche un giorno scelto per celebrare la bellezza e la ricchezza dei nostri mari. La Giornata Mondiale degli Oceani è fondamentale per le Nazioni Unite che hanno posto questo tema come centrale nel nostro futuro. Forse non tutti sanno che la giornata degli oceani è l’avvio della Settimana Mondiale degli Oceani, durante la quale si presenteranno le innovazioni tecnologiche, le infrastrutture, la gestione delle risorse e i prodotti della ricerca scientifica e si faranno conoscere le soluzioni scientifiche utili a migliorare il benessere per l’umanità. Le Nazioni Unite hanno anche dedicato tutto il prossimo decennio 2021-2030 proprio alla ricerca per lo sviluppo sostenibile degli oceani. Quindi ci aspetta un decennio di mare. E in Italia? Praticamente in concomitanza con la giornata degli oceani è uscita la proposta: “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022” elaborato dal Comitato di Esperti in Materia Economica e Sociale. Questo documento fornisce alcune preziose indicazioni coerenti con un paio delle proposte elaborate da circa 700 scienziati che hanno inviato una lettera aperta e costruttiva al presidente del consiglio e al Presidente della Repubblica, intitolata: “Dieci proposte per un Paese Sostenibile Post COVID19”. Nel testo di Colao troviamo: “Rendere prioritari i finanziamenti ad infrastrutture blu e verdi che favoriscano la conservazione della biodiversità e la generazione di servizi eco-sistemici (inclusi quelli sociali, sanitari ed economici)”. Inoltre, la stessa commissione parla della necessità di “Finanziare la bonifica dei siti inquinati orfani e semplificare le procedure di intervento sui siti di interesse nazionale (SIN) (ad esempio gli iter di certificazione di avvenuta bonifica di aree dismesse)”. Inoltre il testo parla di: “Adeguare l’infrastrutturazione degli impianti per il ciclo dei rifiuti e per la depurazione e riutilizzo delle acque reflue con priorità per i comuni che ne sono sprovvisti e che rientrano in procedura di infrazione EU”. Non è molto ma è un inizio. Perché sta per iniziare la stagione balneare e per vincerla non basteranno le mascherine e il distanziamento sociale. Serviranno qualità e balneabilità delle acque per poter garantire un rilancio del turismo blu sostenibile. Man mano che crescono le sfide per l’uomo e per il mare, cresce la necessità di trovare nuove soluzioni e questo vale anche per noi nelle Marche. Le statistiche dell’Arpam dicono che, anche grazie al Covid19, il nostro mare ha una elevata percentuale di balneabilità ma non stiamo facendo quasi ancora nulla per proteggere e valorizzare le nostre coste più belle e stiamo sempre aspettando che la politica si accorga che abbiamo un’Area Marina Protetta del Conero che aspetta di essere istituita da oltre 20 anni.

*Docente all’Università Politecnica delle Marchee presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
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