La minaccia degli incendi e un clima fuori controllo

La minaccia degli incendi e un clima fuori controllo

di Roberto Danovaro
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Giovedì 12 Agosto 2021, 10:10

L’aumento degli eventi meteorologici estremi va di pari passo con quello degli incendi. Abbiamo ancora negli occhi le immagini delle inondazioni in Germania e Belgio, e siamo già di fronte a un nuovo flagello: gli incendi estivi. Si tratta ancora una volta dell’effetto dei cambiamenti climatici che portano a oscillazioni rapide di fenomeni estremi, alternando inondazioni e siccità. Gli incendi di questi giorni stanno martoriando le foreste dell’Europa e del Nord America, favoriti dalle temperature torride e da condizioni di siccità prolungata che rappresentano la combinazione ideale per la loro diffusione. Il 2021 sta registrando i peggiori incendi dell’ultimo decennio. Tra i paesi che attualmente ne stanno pagando il prezzo più alto abbiamo la Grecia, dove in pochi giorni tra fine luglio e il 7 agosto sono bruciati quasi 570 chilometri quadrati. In Turchia, negli ultimi 10 giorni, gli incendi hanno devastato la costa meridionale, uccidendo almeno otto persone. In Russia, le autorità hanno evacuato diversi villaggi in Siberia, dove stanno bruciando 155 incendi. Negli Usa è in atto il più grande incendio nella storia della California. Il Dixie Fire, così chiamato per la strada in cui è iniziato, in 4 settimane ha bruciato 1.875 chilometri quadrati di boschi, un’area più grande dell’intera provincia di Milano. In Canada, i 279 incendi boschivi che continuano a divampare nonostante le piogge recenti hanno bruciato quasi 5.800 chilometri quadrati di foresta, pari a 2/3 della superficie delle Marche. Nel febbraio dell’anno scorso, l’Australia ha visto la più catastrofica stagione di incendi a memoria d’uomo. Sono morte 34 persone e sono andati persi oltre 180 mila chilometri quadrati di boschi. E in Italia? Gli incendi continuano a minacciare Sicilia, Molise e Sardegna. I primi incendi estesi, comparsi tra il 24 e il 26 luglio, hanno distrutto 100 chilometri quadrati di foresta e costretto all’evacuazione di 800 persone dalle loro case nel sud-ovest della Sardegna. Sono quasi il doppio dell’anno scorso e sui livelli del 2017, un anno orribile per gli incendi. Le Marche non ne sono indenni, anzi. Le temperature anche superiori a 40°C che sono attese nei prossimi giorni aumentano fortemente il rischio incendi e ci impongono la massima attenzione. Anche perché gli incendi stanno diventando sempre più estesi.

Non siamo più un paese agropastorale e nuovi boschi che vanno a coprire i terreni che un tempo erano coltivati. Dove un tempo l’incendio era contenuto da campi e pascoli, oggi trova boschi secchi che ne moltiplicano le possibilità di propagazione. Negli ultimi 5 anni le foreste italiane sono aumentate di 270mila ettari, qualcosa come l’intera provincia di Modena. Oggi le foreste italiane occupano 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale. Il problema incendi è spesso dovuto a cause dolose. Un crimine ambientale dovuto a mitomani o, come avvenuto anche recentemente in Sicilia, da pastori che vogliono favorire il pascolo delle greggi. Ma possiamo ridurre il rischio di incendi fortuiti con alcune semplici attenzioni: 1) evitare di gettare mozziconi di sigaretta lungo la strada; 2) evitare di accendere fuochi o lasciare fuochi accesi (magari durante campeggi estivi), e 3) pulire i terreni boschivi di proprietà dalle sterpaglie. Gli incendi causano enormi impatti ambientali ed ecologici, perché, in pochi giorni, sterminano la fauna selvatica e servono decenni per rigenerare la foresta. Ma creano anche danni economici, perché un chilometro quadro di superficie di bosco bruciata costa 800 mila euro. Senza contare i costi sociali e la perdita di vite umane. Facciamo i “conti della serva”: in California sono andati bruciati in pochi giorni 1,5 miliardi di euro, mentre in Australia nel 2020 il danno è stato di 144 miliardi di euro, quasi quanto i fondi del PNRR su cui puntiamo per rilanciare il nostro Paese. Il legname sta diventando una delle risorse rinnovabili sempre più pregiate. Il suo utilizzo e commercio sono in continua crescita, senza contare che le foreste sono fondamentali per il sequestro di carbonio che serve a contrastare i cambiamenti climatici. La superficie boschiva è in recupero nei paesi più economicamente sviluppati come USA, Canada e Italia, ma diminuisce sensibilmente, in Brasile, Malesia e Indonesia dove sta diventando un motore dell’export. Purtroppo spesso illegale. Il mercato della deforestazione illegale in zone tropicali vale circa 150 miliardi di euro, a fronte di un commercio globale che supera i 500 miliardi di dollari. 

*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine

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