Consigli per una estate al mare nel segno della eco-sostenibilità

Consigli per una estate al mare nel segno della eco-sostenibilità

di Roberto Danovaro
4 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Agosto 2020, 11:49
In questi giorni di clima pazzo non sappiamo se andare al mare o restare a casa a leggerci un bel libro sul divano. Il clima sempre più imprevedibile non ci sta solo mettendo in difficoltà ma sta anche creando problemi seri per le bombe d’acqua e le inondazioni. Sono sempre più frequenti e ormai ogni anno registriamo alluvioni in centro Europa che poi in tarda estate/autunno si riversano anche sul Mediterraneo. Ma in attesa della prossima alluvione potremo goderci ancora un po’ di mare. Presto, infatti, tornerà il caldo afoso e ci riverseremo nuovamente sulle spiagge dei nostri litorali. Riporto qui alcuni semplici consigli per rendere questa estate al mare più sostenibile rispetto al passato. Obiettivo: non distruggere la vita del mare, i suoi habitat e le sue ricchezze. L’Adriatico costituisce un’importante risorsa per la nostra economia e l’estate ormai avviata ci impone di fare alcune considerazioni sulla qualità dell’ambiente marino dove passeremo parte delle nostre agognate vacanze. No alle moto d’acqua, sì alla canoa. Serve un approccio più pulito e capace di apprezzare la bellezza dei nostri litorali e gli scorci di entroterra che si possono vedere dal mare. In questo modo abbattiamo anche l’inquinamento acustico che rappresenta un problema sempre più grande per l’uomo e per la vita marina, purtroppo ancora sottovalutato. No alle barche a tutto gas che sfrecciano a pochi metri da riva, spesso senza vero controllo del mezzo. Sì alle barche a vela e al rispetto delle regole, all’attenzione per i subacquei e agli ormeggi in zone sabbiose e lontane dalla roccia. No alla raccolta di tutto quello che troviamo sott’acqua, come spugne, stelle marine, cavallucci, ricci e tonnellate di cozze che poi ci faranno avere un forte mal di pancia. È di pochi giorni fa il ritrovamento di preziosi molluschi come la Pinna nobilis, grandi bivalvi protetti che sono ormai rarissimi lungo le nostre coste. I ricci di mare servono a brucare le alghe e mantenere sani gli habitat costieri. Lasciamoli dove sono. I cavallucci marini, un tempo abbondanti ora sono quasi estinti. Se ne vedrete uno consideratevi fortunati e lasciatelo in pace. Sì a belle nuotate rigeneranti in maschera e boccaglio e alle foto subacquee che potremo condividere con gli amici e postare sui social. No alle bottiglie di plastica e alle mascherine anti-coronavirus usa e getta (in spiaggia). Il 5% di tutta la plastica che usiamo finisce in mare e ci resta per centinaia di anni. Sì alle borracce termiche e alle mascherine in tessuto ecologico e riciclabili. No ai bambini cacciatori seriali di ogni forma di vita sul litorale, sì a bambini che nuotano con la maschera e scoprono la bellezza della vita marina. No alla pesca illegale con ladri di rocce frantumate per raccogliere i datteri e alle reti illegali come le spadare gettate illegalmente che uccidono i grandi cetacei dei nostri mari. Sì alla pesca sostenibile e artigianale. No alle mangiate in ristorante a base di vongole, tonno e pesce spada. Le vongole vengono prese con le turbo-soffianti che desertificano i fondali marini distruggendo tutto quello che trovano, mentre tonno e pesce spada sono importanti per gli equilibri naturali e purtroppo ricchi di mercurio e metalli pesanti. Sì al pesce azzurro, alici, sgombri e pesce povero, che è più sostenibile e sano. No alle creme solari contenenti filtri UV come Oxybenzone e Octinoxate, e conservanti come parabeni (potete cercarli nell’etichetta). Lo stesso vale per l’octocrylene e l’ossido di zinco, derivati della canfora. Sono tutti letali per il mare. Studi condotti proprio dai ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche, partendo dall’Adriatico, hanno dimostrato che i filtri delle creme solari e, in particolare i composti elencati sopra, creano una grave forma di inquinamento, stimolano la crescita di virus patogeni, scatenando infezioni diffuse in organismi marini. Le larve di riccio di mare e altri organismi crescono deformi e muoiono come crostacei e alghe. Insomma, dobbiamo essere consapevoli che la maggior parte dei prodotti solari o per la cura personale possono essere letali per la vita marina. Certamente non possiamo andare al mare senza usare sistemi per la protezione dai raggi solari UV. Quindi cerchiamo di scegliere solari senza conservanti ed eco-compatibili o magari sostituiamoli con la maglietta che si usava negli anni 70.

*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
© RIPRODUZIONE RISERVATA