La storia del delitto di Fabriano, dove un operaio di 63 anni è stato trovato morto sul corridoio vicino alla camera da letto con lesioni al cranio, è ancora in parte da scrivere. Per ora si sa che la compagna convivente, Alessandra Galea, trovata in strada con l’aria di chi non ne sa nulla all’arrivo dei soccorsi («Ma davvero è morto il signor Baldoni?») è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario. Da subito è emersa una drammatica concomitanza, quasi una maledizione di famiglia o il disegno di un destino che si compie: 9 anni fa la sorella gemella della presunta assassina era stata arrestata per aver ucciso l’anziana mamma con il calcio di un fucile da soft air e poi dichiarata al processo incapace di intendere e di volere per vizio totale di mente. Si sa anche che la donna fermata sabato sera, nell’interrogatorio davanti al gip per l’udienza di convalida, ha provato a difendersi recitando il ruolo della vittima. «Ho respinto un approccio sessuale, mi sono difesa, non l’ho ucciso». Da indagata non ha l’obbligo morale e giuridico di dire la verità, quindi potrebbe tranquillamente mentire, senza timore purtroppo di essere contraddetta dal compagno, morto e ormai sul punto di essere sepolto. Ma anche in questa storia da cronaca nera ancora da ricostruire nei dettagli, c’è qualcosa che somiglia già a una sentenza, e riguarda i rapporti tra persone, nella placida provincia italiana, e la fiducia nelle istituzioni. I vicini di casa della coppia, intervistati come sempre dai cronisti accorsi sul luogo del delitto, nell’ultimo periodo non potevano fare a meno di sentire i litigi che divampavano tra le mura domestiche e filtravano - a suon di urla - negli altri appartamenti del condominio di via Castelli 56. «Bisticciavano sempre, in continuazione», hanno confidato gli altri inquilini. E anche i fratelli di Fausto Baldoni, la vittima, erano al corrente di quanto burrascosi fossero diventati i rapporti tra conviventi. «Una morte annunciata, avevo detto a mio fratello di stare attento, ma non mi ha mai ascoltato - parole di Rita -. Lui stravedeva per lei, gli dispiaceva mandarla via di casa, piuttosto si barricava in casa».
*Caporedattore del Corriere Adriatico
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout