Acqua e rifiuti. Sono due delle principali sfide (e spine), insieme a quella del potenziamento delle infrastrutture, che il Maceratese deve affrontare nel 2023. E i tempi, almeno per le prime due, sono piuttosto stretti se non si vogliono far ricadere sui cittadini le penalità delle mancate scelte della politica. I rappresentanti istituzionali del territorio maceratese hanno infatti finora sciupato diverse occasioni e opportunità di arrivare ad una soluzione condivisa in entrambi i settori e il 2023 si profila come l’anno cruciale per decidere le sorti di questi fondamentali servizi pubblici. Il problema è che i ritardi già accumulati rischiano comunque di danneggiare il territorio in modo importante. Partiamo da una panoramica di ciò che sta accadendo riguardo al servizio idrico. Da almeno cinque anni fioccano da più parti appelli per arrivare a un gestore unico per l’acqua nel Maceratese. Nel frattempo, in barba a tutto, continuano a operare sei gestori differenti: Apm, Atac, Acquambiente Marche, Assem, Assm, Astea. L’Aato 3, l’ambito territoriale che abbraccia buona parte dei comuni del Maceratese e sei dell’Anconetano, in soldoni, non ha ancora individuato un gestore unico del servizio idrico integrato, come invece obbliga la legge nazionale. Una società unica avrebbe fin qui consentito non solo una organizzazione più razionale, efficiente e efficace, ma anche di non perdere finanziamenti milionari per ammodernare le infrastrutture idriche. Investimenti a cui invece i gestori hanno dovuto e dovranno provvedere con proprie risorse. Non solo occasioni perse, però: è il futuro a preoccupare. Senza un accordo la gestione prossima, alla scadenza, potrà essere messa a gara ed essere quindi affidata anche a un privato. Un rischio che i sindaci, a parole, dicono all’unisono di voler scongiurare salvo poi non riuscire mai a trovare una soluzione condivisa. Solo rinvii su rinvii. Ora si profila all’orizzonte, secondo quanto riferito di recente da diversi amministratori (di diverse colorazioni partitiche) e dai rappresentanti del centrodestra (area politica che è maggioranza in Provincia e in molti comuni maceratesi), un accordo tra i sei che attualmente gestiscono il servizio, per formare una società consortile. Con questa formula, in buona sostanza, si unirebbero tutti i gestori dell’Aato3 in una società con un doppio scopo: da una parte mantenere pubblica la gestione dell’acqua e, allo stesso tempo, evitare di penalizzare gli altri servizi gestiti dalle sei realtà. Queste ultime, infatti, in gran parte sono multiservizi e gestiscono oltre che il servizio idrico, anche ad esempio la produzione di energia elettrica, le farmacie dei Comuni cui fanno capo, il trasporto pubblico urbano, la distribuzione del gas, i parcheggi ed altri servizi pubblici locali.
*Giornalista del Corriere Adriatico caposervizio della redazione di Macerata