La giungla per la terza dose oppure il training autogeno

La giungla per la terza dose oppure il training autogeno

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 31 Dicembre 2021, 09:35

Sono soddisfatto di me. Per aver infranto una delle regole di vita cui scrupolosamente mi attengo. Per aver tradito me stesso, dunque, e a volte bisogna pur tradir se stessi, è divertente. La regola che ho sbriciolato: non fare mai oggi quello che puoi fare domani. Mai, per nessun motivo, evitare di ridursi con l’acqua alla gola. E invece nel caso del vaccino (prenotazione del) mi sono mosso per tempo. Come la scorsa estate del resto, quando diedi il mio contributo a mandare in down il server delle prenotazioni. Appena possibile dunque, era fine novembre, mi son prenotato per la terza dose e appena chiudo l’articolo vado a farmi infilzare. Mi ha detto bene. Avessi tergiversato, avessi confidato nella possibilità di presentarsi al centro vaccinale senza prenotazione (si poteva fino a pochi giorni fa, ora non si può più e meno male: creare assembramenti, dunque favorire la diffusione del virus proprio nei luoghi dove ci si va a procurare lo scudo contro il virus, non pareva un’idea geniale), avessi procrastinato, starei nelle peste. Come qualcuno di voi. Ché al Green Pass gli hanno scorciato la vita di netto. Dimezzata, secondo logica: se il vaccino funziona per non più di 6 mesi, il lasciapassare non può valere per 12 o 9. E dal prossimo 10 gennaio, senza Green Pass, anzi senza Super Green Pass o Green Pass Rafforzato che dir di voglia, si potrà fare un bel nulla o giù di lì. Niente accesso agli alberghi, niente cinema e teatri e terme, niente ristoranti manco all’aperto. Niente treni anche regionali, niente aerei e navi, nemmeno salire sull’autobus sarà possibile. Niente piste da sci, piscine, centri benessere. Niente di niente di niente, per chi gli è scaduto il certificato pur essendo ben disposto a vaccinarsi. Ma ‘ndo vai se lu Greenpasse non ce l’hai? Non basta. In caso di contatto con un positivo - e i positivi abbondano in questo periodo, e aumenteranno e anche parecchio - agli sprovvisti di SuperGP, o GPRaff se più vi aggrada, non sarà risparmiata la quarantena, mentre a noi GPRaff muniti sì, dovremo soltanto incollarci la Ffp2 al volto, e a posto così. (Poi, per tutti, tampone, e farsi tamponare in questo periodo è un’avventura, file chilometriche, sai quando esci di casa, all’alba è buona norma, non sai quando rientri).

Così stando le cose, il governo dovrebbe piantarla con l’ipocrisia e imporre per legge l’obbligo vaccinale, peraltro già imposto ad alcune categorie di lavoratori: un obbligo è un obbligo - con assunzione da parte dello Stato di tutte le proprie responsabilità -, il Green Pass, nato per spingere i ragazzi e gli indecisi alla profilassi, ora che s’è fatto Super è praticamente impossibile non chiamarlo ricatto. L’assessore Saltamartini comunica l’intenzione di vaccinare 440mila marchigiani entro il 31 gennaio. Garantisce che saranno contattati tutti coloro che hanno impellente necessità del booster. Impresa mica da ridere: 13/14mila iniezioni al giorno, senza considerare che a gennaio ci sono 7 giorni festivi (e anche nei prefestivi si vaccina molto meno). Impresa costosa forte: ne faranno le spese le prestazioni mediche ordinarie. E in ogni caso le nuove norme partono il 10, si ribadisce. Gli scaduti rischiano davvero di dover mettere in pausa la propria vita sociale. Nei panni di costoro mi muoverei lungo due direttrici. 1) La ricerca autonoma di una dose, rompendo le scatole a tutti i contatti della rubrica telefonica, facendo inoltre ricerche in proprio. A Enna c’è uno slot libero? E viaggio in Sicilia sia. La Befana vaccinatrice visita Bardonecchia (o Plovdiv)? Poteva fermarsi più vicino ‘sta vecchiaccia che le cascasse pure l’ultimo dente, ma a Bardonecchia (o in Bulgaria) si vada. I viaggi vaccinali andavano di moda in primavera - estate. 2) Il training autogeno. Da iniziare subito, nell’eventualità che non riusciate a ottenerlo in tempo il Raff e siate costretti a qualche giorno di niente di niente di niente. Abituatevi a definire smart ogni azione compiuta in casa. Dovrete accontentarvi di sollevare dizionari in camera invece di pesi in palestra? Lo chiamerete smart allenamento. L’ennesimo caffè consumato in cucina, il bar essendovi interdetto, sia ribattezzato smart caffè. E così via. Sarà meno dura. Forse. 

*Opinionista e critico cinematografico

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