Pesaro capitale della cultura, un benessere lungo 5 anni

Pesaro capitale della cultura, un benessere lungo 5 anni

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 18 Marzo 2022, 10:20

Come il leone smunto depresso, quando una succulenta gazzella entra nel suo campo visivo, si rianima e d’un balzo le è addosso, così il giornalista a stecchetto di buone notizie, segnali che invitino a guardare con un po’ d’ottimismo al futuro, si avventa sulla elezione di Pesaro a Capitale Italiana della Cultura 2024, prima volta per una città marchigiana, Macerata e Ancona ci andarono vicine, furono sconfitte con onore come quest’anno Ascoli Piceno. Il titolo di Capitale della Cultura è roba seria, non semplice medaglietta da appuntare al campanilistico petto. Non solo e non tanto per il milione di ministeriali euro che affluiranno nelle casse comunali, il gradito milione è il meno. Il grosso sono le ricadute turistiche, di norma destinate a manifestarsi, leggo in un vecchio articolo pubblicato su QuiFinanza ancora disponibile online, già all’indomani della proclamazione. Benefici tendenti inoltre a protrarsi nel tempo: per almeno cinque anni dopo l’evento, sempre che si siano fatte le cose per bene, che i progetti del luccicante dossier siano realizzati in maniera impeccabile e i visitatori delle prime ondate accolti al meglio, da spingerli a sparger la voce. Il dossier pesarese, “La Natura della Cultura”, sulla carta è perfetto, non a caso ha messo d’accordo tutti i membri della commissione chiamata a vagliare le candidature. Guarda indietro e guarda avanti, connette le bellezze ereditate dal passato alle sfide proposte, fin da oggi, dal mondo di domani. Nella motivazione letta dal ministro Franceschini si dice: “La proposta conferisce il giusto equilibrio fra natura, cultura e tecnologia: tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza, come pratica attraverso concreti esercizi, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future”. Molto importante: il dossier non riguarda solo Pesaro ma concerne tutti i 50 comuni della provincia di Pesaro-Urbino. Una avventura collettiva, un’occasione imperdibile per valorizzare l’intero territorio. Dopo i giusti festeggiamenti, non resta che mettersi pancia a terra a lavorare. Non c’è ragione di non essere ottimisti circa la piena realizzazione del progetto: quando la smettiamo di lamentarci e ci rimbocchiamo le maniche, noi marchigiani siamo mica secondi a nessuno. (Lamentosi un po’ lo siamo in questo periodo, e sfiduciati e timorosi di fronte ai problemi che ci son piovuti addosso.

Comprensibile, e però prima cambiamo registro e tiriamo fuori le zanne leonine e meglio è). Pesaro capitale culturale ‘24 è la più bella, la più grossa gazzella da addentare. Non l’unica: il cronista ne scorge altre due e riferisce. Pergola è in lizza nella gara per eleggere il Borgo dei Borghi 2022. Una bella vetrina, la concorrenza è notevole, già è importante stare nel lotto dei 20 candidati. Il vincitore non sarà deciso da una commissione apposita ma dai voto espressi online. Bisogna registrarsi a RaiPlay quindi andare sul sito Rai.it/borgodeiborghi. Per sostenere Pergola c’è tempo fino a tutto il 3 aprile, ogni utente può esprimere una preferenza al giorno. Un’altra mano ce la dà la bibbia del turismo, Lonely Planet, che nel 2020 aveva incluso le Marche tutte nel ristretto elenco delle regioni mondiali da visitare assolutamente, poche settimane dopo scoppiò la pandemia, e sì, quando si dice la sfiga. Lo scorso dicembre, Lonely Planet ha rilasciato una guida specifica dedicata alle bellezze della Marca Maceratese, “Benvenuti a MaMa”. Sintetica ma esaustiva, non lesinante lirici accenti. A proposito del Sibillini: “Si ha proprio la sensazione di entrare in una dimensione diversa, dove i ritmi sono dettati dal respiro della natura”. La guida è scaricabile, e te la porti sempre dietro nel cellulare. Pesaro Capitale, Pergola fra i meglio borghi, Lonely Planet che loda MaMa: la nostra regione affronta la stagione turistica con il vento a favore. Non resta che remare con energia. E con più energia remare su quei campi di gara in cui il vento soffia potente e contrario, ché il turismo molto può aiutare ma da solo non basta a fare un’economia prospera. Elaboriamo strategie per risollevare i comparti in crisi.

*Opinionista e critico cinematografico

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