Addio al bollito e ai moscioli. C’è un bel piatto di parassiti

Addio al bollito e ai moscioli. C’è un bel piatto di parassiti

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 7 Maggio 2021, 09:44

Lepidotteri, isotteri, coleotteri, ortotteri, aracnidi, rincoti, omotteri, ditteri, odonati, mantoidei, tricotteri. Insetti. Nel piatto. Nei nostri piatti europei. Non annegati nella minestra, da chiamare i Nas. Cucinati apposta e serviti fumanti, o come diavolo si serve un piatto di insetti: non millanterò di saperlo. Se ne parlava da anni, d’ora in poi sarà possibile. A seguito della valutazione scientifica della Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, l’Unione Europea ha autorizzato la commercializzazione come alimento delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio (è un coleottero). Fino a ieri, le larve di tenebrione - bel nome, niente da dire - erano considerate parassiti. D’un punto, eccole promosse a “nuovo alimento”. Potranno essere vendute essiccate intere, sotto forma di snack, oppure di farina per la preparazione di millemila manicaretti, non chiedetemi quali. Il parassita della farina che diventa a sua volta farina: gira veloce il mondo, eh? Alle larve di tenebrione il prestigioso ruolo di apripista, altri insetti si infileranno nella breccia, l’Efsa ne sta esaminando sedici. Immaginatevi di fronte a una frittura di ditteri (ehm, mosche e zanzare, a parlar volgarmente). Quale la vostra reazione? Acquolina in bocca peggio del cane di Paviov al suono del campanello? Perplessità superata però dal desiderio di sperimentare nuovi sapori e consistenze? Conato di vomito? Se avete sviluppato una robusta coscienza ambientalista, livello Greta Thunberg o giù di lì, e ne andate fieri, il conato di vomito dovete reprimerlo, non è degno di voi. Gli insetti forniscono un sacco di proteine senza che per il loro allevamento sia necessario consumare ingenti quantità di preziosa acqua o di suolo. Gli insetti sono ecosostenibili, sono il cibo del futuro, altro che la grigliata di carne o di pesce. Dite addio al bollito misto alla piemontese, all’anconetano spaghetto coi moscioli, alle olive all’ascolana patrimonio dell’umanità, ai cannelloni della nonna, preparatevi a gustare tortellini ripieni di bacarozzo allevato a terra e insalata religiosa di mantidi cucciole.

E grilli grigliati. Sono in vendita su Amazon, questi ultimi. Cibo per animali, s’intende, l’Efsa, come detto, è ferma al tenebrione (larve di), per quanto non dubiti autorizzerà pure il grillo, prima o poi. Non tutti i clienti e le loro amate bestiole manifestano entusiasmo, in verità. «Ho vari sauri e tartarughe che abitualmente mangiano tutto ma questi grilli li rifiutano, devo affamarli per giorni per farglieli mangiare». Un’altra recensione: «Odore tremendo e il camaleonte ha rifiutato il cibo». Ok, stiamo parlando di un prodotto per animali, a grigliarli e condirli per bene i grilli avranno sicuro un profumo invitante e un sapore irresistibile perfino per il bambino più schizzinoso. E d’altro canto sappiamo perfettamente che in tante zone del mondo gli insetti son considerati prelibatezze. In America Latina e in Africa e in Asia soprattutto. Leggo sul sito Expo2015.org: «Sono 1.400 le specie di insetti considerati commestibili e quasi 100 i Paesi in cui si mangiano. [...]A seconda delle usanze si mangiano vivi, arrostiti, fritti, ricoperti di salse salate e dolci, o sminuzzati per aggiungere proteine a zuppe e altre preparazioni». La lista delle delicatissen include: le larve di vespa bollite (in Giappone), le cavallette arrostite e aromatizzate con aglio, succo di lime e sale (nel sud del Messico), le cimici d’acqua giganti (molto apprezzate in Cina, Giappone, India e in tutto il Sudest asiatico. Mentre in Africa van matti per le locuste, e in Thailandia per qualsiasi tipo di insetto. Finiremo davvero per nutrirci così, girando le spalle almeno in parte alla nostra cultura culinaria? Rinnegheremo il nobile prosciutto (attualmente sotto pesante attacco dei salutisti svalvolati) per convertirci al bacarozzo rigorosamente allevato a terra e contornato da assortite larve? Sarebbe un riconnettersi con i nostri progenitori. Sapete per quale piatto andavano matti gli antichi romani? Bruchi xilofagi (che mangiano il legno) cotti su pietre e conditi col miele. Non vi fa appetito? A me dà conato, lo ammetto e non lo reprimo. Non mi chiamo Greto.

*Opinionista e critico cinematografico

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