Questa estate in autunno ha tanti aspetti inquietanti

Questa estate in autunno ha tanti aspetti inquietanti

di Giovanni Guidi Buffarini
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Sabato 5 Novembre 2022, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 17:43

Godiamoci ‘sto weekend piovoso, fresco, come autunno comanda(va?). Da stare a casa belli coperti, da andare a letto sotto corpose coperte. Da uscire con l’ombrello solo per andare a chiudersi al cinema. Da tirar giù qualche santo dal calendario, verificato che l’ombrello lo hai dimenticato: la disabitudine. Un normale fine settimana di novembre, normale fino a ieri.

Un filo deprimente, e una punta di depressione non ci sta male, dai, che noia stare in giro su di giri 24 ore al giorno. Un fine settimana da libro grosso da leggere adagio, tanto ‘ndo vai dopo il cinema? Da castagne, invece del milionesimo gelato. Godiamoci ‘sto weekend così, ché a inizio settimana prossima si torna alla nuova normalità climatologica, assicurano le previsioni. Ai 20+ Celsius. Al cielo terso. A un anticiclone nuovo di pacca. All’estate in pieno autunno. Ma davvero vi piace al cento per cento, l’estate in autunno? Vi garba l’idea di ritrovarla l’anno prossimo e quello dopo ancora? A me mi prende un po’ di inquietudine. E mi girano in testa domande cui non so rispondere, e allora ve le giro.

Per esempio: quando se ne andrà all’altro mondo la zanzara - sempre la stessa, mano sul fuoco - che mi si è installata in macchina e la scarrozzo ovunque da giugno mentre lei insaziabile si accanisce sulle mie caviglie, non so come ci arrivi ma ci arriva? Dovremo abituarci a convivere anche con le mosche formato famiglia, e coriacee che per acciaccarle serve il Devoto-Oli? Porto Recanati will be the new Sharm el-Sheik? Benissimo. Ma come tollerare al ristorante al chiuso la vicinanza dei turisti americani, tedeschi, inglesi che le pietanze annaffiano col cappuccino? Avete presente le zaffate del cappuccino mentre vi state godendo una cena seria con un Verdicchio serio? Producono voltastomaco. Natale sarà ancora Natale senza pista di ghiaccio sostituita da spiaggiola in piazza per partite a racchettoni e piscinona gonfiabile per balletti collettivi “Su le mani! Giù le mani!”. E in sottofondo ovviamente i Beach Boys? Ci toccherà doppia tripla razione di tormentoni di Fedez? Coltiveremo ananas sui Sibillini e gli amici turisti, criminali della buona tavola, lo pretenderanno sulla pizza, spingendo al suicidio i nostri cuochi sensibili? La paranza di pesciolini tropicali - pesciolini Nemo, per dire - è buona? I vecchi potranno uscire nelle ore più calde della giornata giusto a gennaio e febbraio? Saremo sommersi dai Pinguini De’Longhi restituiti dagli eschimesi che tanti anni fa ne fecero incetta per riscaldarsi, così almeno attestava lo spot “Caricare, tutti Pinguino”?

Il cammello si imporrà come animale da compagnia e mezzo di trasporto ecologico, e gli addetti alla pulizia delle strade si dimetteranno in massa? Se qui così, in Qatar quanti DecaCelsius? Rischiamo di assistere all’orribile spettacolo di calciatori che letteralmente si squagliano in diretta, i parastinchi a galleggiare nella pozza di sudore, tutto quel che rimane del fu campione, se la telecamera irrispettosa stringe l’inquadratura in fondo alla pozza ecco una tibia? Sara mica che li abbiamo sbagliati apposta i rigori contro gli svizzeri, tattica raffinata per evitare la mattanza dei nostri azzurri e vincere facile i prossimi due o tre titoli? La Coppa del Mondo di sci sarà concentrata in un pugno di settimane, ritmi infernali, cinque gare al giorno, gli atleti in balia dell’acido lattico, dritti pazzeschi e cadute rovinose, fratture multiple, legamenti saltati, superlavoro per gli ortopedici? Mentre gli sportivi della domenica praticheranno lo sci sulla terra, e si incristeranno inforcando un cespuglio di malva nascosto dietro la curva carogna? Il prezzo dei ghiaccioli è destinato a impennarsi? Conviene iniziare ad accumulare titoli azionari dei produttori di ghiaccioli (e di menta e fragole e amarene e liquirizia e limoni)? Non so, non riesco a gioire per l’estate fuori d’estate che dicono diventerà la norma.

E rimpiangere il passato serve mica a niente, però li rimpiango i cieli bigi degli autunni d’una volta, l’aria che iniziava a staffilare le guance protette dalla barba. Le passeggiate notturne nella nebbia che le persone te le trovavi davanti all’improvviso, e i piedi scomparivano dentro la nuvola bianca.

*Opinionista e critico cinematografico

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