Il primo film per ricominciare ma senza sbagliare le arachidi

Il primo film per ricominciare ma senza sbagliare le arachidi

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 28 Agosto 2020, 03:00
Mercoledì pomeriggio, il sole basso sul porto, ansioso di tuffarsi il mare. Allungo il passo diretto al Multisala Goldoni. Ok, allungo il passo quanto mi è possibile, son mica Kareem Abdul Jabbar gambe infinite. Incremento la frequenza delle falcat(in)e, via. Il Goldoni è il primo cinema anconetano a riaprire dopo i quasi sei mesi di stop. Sabato toccherà all’Azzurro, gli altri conto non si facciano desiderare troppo. L’insegna accesa già mette di buonumore. Tre spettatori hanno più di me allungato il passo, la cosa un po’ mi irrita, volevo essere il primo a varcare il cancello. Poco male, quel che importa è essere di nuovo qua. Do un’occhiata in giro. La metà dei pannelli destinati a ospitare le locandine è vuota, poche le uscite ancora. Gli altri segnalano il cartoon Pixar “Onward”, “Siberia” di Abel Ferrara, “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, e in parte anticipano la programmazione dalla settimana prossima. Non c’è “Tenet” di Nolan, causa mancato accordo fra l’esercente e il distributore. Si avvicinano due ragazze. Non entrano, hanno altri programmi per la serata, però scattano la foto alla locandina di “After 2”, uno dei titoli di punta di inizio stagione (esce il 2 settembre). Ecco una macchina bianca seguita da una macchina rossa. Quando macchina bianca accosta per scattare foto alle locandine, prevedo imminente la clacsonata rabbiosa di macchina rossa. Invece a sua volta si ferma e fotografa: e ripartono insieme. Il pavimento davanti alla biglietteria presenta inedita decorazione a frecce (verdi), linee trasversali, croci (rosse): per il distanziamento. Recupero la tessera in remoti anfratti del portafoglio. «Un biglietto per Onward». «Devi ricaricarla», comunica la cassiera, «ma abbi pazienza», sorride, «non sono certa di ricordare la procedura». La ragazza avrà ricaricato milioni di tessere, ma è un nuovo inizio per tutti. Varco la porta dell’atrio. Dove vige obbligo di mascherina e un cartello lo segnala. Il bar a sinistra, i bagni a destra, ingresso sale (igienizzate) di fronte e sanificatori per le mani ovunque (occhio a quello in zona bagni, ha il getto impetuoso). E la segnaletica sul pavimento. «Sempre 15 minuti di pubblicità prima dell’inizio del film?». «No, giusto un paio di trailer ma per il caffè fai in tempo». Sprofondare in poltrona assumendo posizione stravaccata è riassaporare un piacere assoluto. Una paio di trailer, uno spottino e il seguente cartello: “Gli spettatori che si trovano seduti vicini in sala confermano con la lettura del presente messaggio di averlo esplicitamente richiesto in biglietteria in quanto congiunti”. Distanziati o congiunti, la mascherina durante la proiezione la si può togliere: secondo le linee guida attuali, domani chissà. “Onward” è il film giusto per ricominciare. Racconta un sortilegio riuscito a metà, e anche la magia del cinema finalmente riaperto non può dirsi completa, stasera: il pubblico scarseggia. Niente di strano, niente di preoccupante, il pubblico d’estate si dà sempre alla latitanza, tolte le arene. Qualche preoccupazione il personale manifesta per i prossimi mesi.«“Il problema è l’incertezza. Nessuno sa come evolverà l’epidemia. Sino a febbraio la stagione scorsa era stata ottima, e questo ci ha dato ossigeno per sopravvivere. Settembre, tolti pochi titoli, non è mai un mese di grandi incassi. Ma a partire da ottobre e per tutto l’inverno, quello è il periodo decisivo. Il Natale, soprattutto, va salvato assolutamente. E non soltanto per i cinema ma per l’economia nel suo complesso. Speriamo che il virus non rialzi la testa prima dell’arrivo del vaccino». Ma gli spettatori abituali si stanno facendo sentire? «Abbiamo ricevuto diverse telefonate oggi. Chiedono informazioni sui film in cartellone, verso “After 2” c’è un notevole interesse». Saluto l’amico e torno in sala, ché dopo sei mesi d’astinenza un solo film mica basta. Scelgo “Siberia” e compro le arachidi ricoperte di cioccolato. È un errore cinefilo, anche grave. Esistono i film durante i quali sgranocchiare e quelli da guardare senza sgranocchiare. Dovevo invertire. Pixar arachidi, Ferrara no. Mi autoassolvo alla svelta: dopo tanto tempo, sbagliare ci sta.

*Opinionista e critico cinematografico
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