Passeggiavo, l’altra sera, in perfetta, paradisiaca solitudine nell’orario del fu Coprifuoco. Incrocio una vecchia conoscenza, mi fa: «Hai visto l’Inghilterra?». Sapendolo calciofilo: «Solo venti minuti contro la Scozia, poi mi sono rotto. Se gioca così, non andrà lontano». «Lascia perdere gli Europei. Parlo del rialzo dei contagi. Secondo me, qui abbiamo riaperto troppo presto, fra un po’ saremo nei guai come loro!». Attivo la modalità monosillabo casuale: «Ah. Eh. Beh. Mah. Mhhh». Siccome quello non la pianta, tronco di netto senza neanche curarmi di mascherare la balla: «Sono stanco, vado a letto», e parto veloce in direzione contraria a casa mia. La gentilezza è una gran virtù e però talvolta meglio esser villani. Scusa, Vecchia Conoscenza, ma quelli come te non li capisco né li sopporto. E ce n’è parecchi come te. Quelli che vedono nero quando è nero e pure quando è bianco. Quelli che vivono nella paura perenne. Quelli che di paure si nutrono. Ho davanti agli occhi la prima pagina del Corriere di giovedì. Apertura dedicata ai problemi del traffico ad Ancona nord. Due notizie di violenza sulle donne, una di cazzotti scagliati non sul ring. Una polemica politica legata alla Sanità, il Covid non c’entra. La storia del carabiniere marchigiano che ha soccorso il piccolo Nicola. Una notizia sul mercato del lavoro (in ripresa) e un rettangolo che annuncia il ritorno in A2 della Ristopro. Dell’epidemia si parla a pagina 2 e 3 ma non in prima. Ed è giusto, ché il tema è importante ma i dati sono tutti ottimi da settimane, e continuano a migliorare. Apro il sito del Guardian, testata britannica di autorevolezza indiscussa. La prima notizia è grave: a Hong Kong è stato chiuso il quotidiano non governativo Apple Daily. Seguono altre nove notizie, una riguarda le violenze sui migranti in Libia, Francia e Germania premono per un vertice tra l’unione Europea e Putin, mentre Britney Spears non vuol più stare sotto la tutela del padre. Per la sezione epidemia (ricca di articoli, si capisce) bisogna scendere parecchio. Perché ciò che là sta accadendo non è gradevole ma neppure terribile.
*Opinionista e critico cinematografico