Saranno stati dieci anni che non vedevo una partita dell’Ancona. Quando ho letto che Cesena-Ancona sarebbe stata trasmessa in diretta su RaiSport Hd ho deciso che non me la sarei persa. Il primo tempo almeno, a una cert’ora il cinema reclamandomi. Diciamo che non mi è dispiaciuto affatto aver perso il secondo, e tre delle quattro pere che ci hanno rifilato. Velo pietoso sulla partita tolti i primi venti minuti in cui i biancorossi han tenuto botta, mi interessa parlare della copertura televisiva. Una sola telecamera puntata sul campo e d’accordo, non è che si potessero pretendere inquadrature da Mondiali o da Champions. In compenso, c’erano le interviste prima del fischio d’inizio (impegnato nell’arte della masticazione le ho ascoltate con distrazione suprema ma hanno occupato parecchi minuti) e suppongo ce ne sia stata una scarica ulteriore nel dopopartita. Telecronista all’altezza del compito: molto appassionato e prontissimo a fornire informazioni sui vari giocatori, a suo dire l’Ancona avrebbe in squadra un mezzo fenomeno, per la categoria almeno, tale Peli, ha giocato come esterno d’attacco a destra, ogni volta che riceveva palla la voce si impennava prospettando gravissimo pericolo per il portiere cesenate che invece non ha mai rischiato un bel nulla, il campioncino nostro farà meglio la prossima volta (e i compagni pure, si spera). Mentre un secondo giornalista stazionava a bordocampo per ragguagliarci sulle reazioni delle panchine. Una copertura più che adeguata per una partita di serie C. Però. RaiSport (Hd!) che trasmette in diretta una partita di serie C in contemporanea con Atletico Madrid - Lazio di Champions (Canale 5), fa un po’ (tanto) strano. Fa brutto, diciamolo. E quando non propone calcio di livello non eccelso (mettiamola così), la programmazione della rete succitata offre un torneo di tiro con l’arco, un incontro di badminton, una corsa di motocross. Sport degnissimi, ci mancherebbe, ma di poca presa fra i telespettatori, difatti gli ascolti languono(fino al 2017 la Rai aveva anche un secondo canale tutto sportivo, attraente uguale: poco o punto). Tornerà utile, RaiSport Ora Unica - Alta Definizione, per coprire qualche evento olimpico di non grande richiamo e senza rappresentanti italiani coinvolti: qualche combattimento di taekwondo, una partita di hockey su prato, il sollevamento pesi e occhio all’ernia, cose così. Olimpiadi a parte, non so a cosa serva. Dato lo share stabile allo zerovirgola - 38mila spettatori di media nella settimana centrale di giugno - non serve nemmeno a promuovere il piede di ferro (esiste, è come braccio di ferro però coi piedi) o, per parlar più serio, il calcio femminile (stasera c’e Svizzera - Italia per le qualificazione agli Europei, se interessa). Sappiamo bene che i diritti tv dei maggiori eventi sportivi son schizzati alle stelle causa moltiplicarsi dei concorrenti, e che la Rai non ha chissà quanti quattrini da spendere e infatti non trasmette più la Champions, la F1, il Motomondiale, niente di niente. Ma se RaiSport manco qualche Master 1000 di tennis, ora che abbiamo i giocatori forti, può proporre, perché non chiuderla? Farebbe più audience la signora Maria che si lancia nella preparazione di una torta complicata e orrendamente la sbaglia e per cinque minuti filati atrocenente smoccola (l’idea m’è nata sbirciando la pagina Facebook Cucinaremale: contiene foto di prelibatezze abortite che se sei giù di corda l’umore te lo raddrizzano in un istante). Quattro gatti (garantiti: non ho i dati Auditel ma è impossibile fossero di più) sintonizzati sul 58, in compenso il colpo d’occhio dello stadio di Cesena era piuttosto notevole. Diecimila spettatori circa, di cui un migliaio provenienti da Ancona. Il calcio come fenomeno aggregante, la partita (anche di serie C) un rito da celebrare allo stadio, incitando i propri e fischiando (e pure insultando pesante, ci sta) gli avversari, il calcio miracolosamente resiste ai tentativi di ridurlo a spettacolo da divano, partite tutte le sere, di alto o altissimo livello, e non scomodatevi a uscire. Ascoltando cori e fischi, m’è venuta voglia di tornare allo stadio. Però, biancorossi, patti chiari: quattro pere si danno, non si prendono.
*Opinionista e critico cinematografico
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