La scorsa settimana la Fondazione Aristide Merloni ha presentato il rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche, che fa annualmente il punto sull’avvio di nuove imprese nella regione. La nascita di nuove imprese è un fenomeno rilevante per il contributo esse forniscono all’introduzione di innovazioni e alla crescita della produttività e dell’occupazione. Come è facile intuire, le tendenze rilevate per l’ultimo decennio e per l’anno in corso sono orientate al negativo. Prendendo a prestito lo spirito imprenditoriale proviamo però a concentrarci sulle opportunità future piuttosto che sui problemi del passato. I momenti di crisi e di cambiamento sono quelli più adatti per chi ha spirito imprenditoriale poiché sono quelli che offrono le migliori opportunità; più rischiose ma proprio per questo potenzialmente più remunerative. In questa ottica dal Rapporto della Fondazione Aristide Merloni si può trarre una buona notizia, anzi ottima. Le Marche continuano ad essere una delle regioni con la più elevata densità di start-up innovative; si tratta di nuove imprese che operano in settori ad alta intensità di conoscenza, costituite in prevalenza da giovani con elevati livelli di formazione. La notizia è ottima per due ragioni: la prima è che queste imprese introducono importanti novità nel panorama imprenditoriale della regione; la seconda è che manifestano la propensione imprenditoriale, cioè al rischio e all’impegno, delle nuove generazioni. Sappiamo tutti che le Marche sono la regione dei distretti manifatturieri; degli imprenditori venuti dalla ‘gavetta’, cioè dall’esperienza e dall’impegno maturato sul lavoro; dei prodotti ‘belli e ben fatti’ che si richiamano alla grande tradizione artigianale; e dei settori in cui queste caratteristiche si esprimono al meglio: la moda innanzitutto e i prodotti per la casa. Ma sappiamo anche che questo modello, di grande successo nei decenni passati, è inevitabilmente destinato a cambiare. Il successo è per definizione riferito al passato e per poterlo mantenere occorre proiettarsi continuamente nel futuro. D’altra parte, ciò che ha caratterizzato la storia recente di questa regione non è stata la fedeltà ad un modello ma la capacità di cambiamento.
*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coord. Fondazione Merloni