Benvenuta iper-automazione, il futuro non può attendere

Benvenuta iper-automazione, il futuro non può attendere

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 10:50

La scorsa settimana è stato presentato il rapporto sull’intelligenza artificiale di Anitec-Assinform (l’associazione delle imprese per l’information and communication technology). Lo scopo del rapporto è quello di fare il punto sulle potenzialità di applicazione di queste tecnologie e fornire spunti di policy. Più in generale il rapporto ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione di imprese, cittadini e policy maker sulla necessità di investire con maggiore decisione nello sviluppo e nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale, considerato l’enorme impatto che esse potranno avere sulla produttività di imprese e pubblica amministrazione e sulla qualità della vita dei cittadini. Si pensi, ad esempio, alle applicazioni che sfruttano la possibilità di riconoscere immagini, che consentono alle macchine di agire in funzione del contesto: un robot all’interno di un processo produttivo o un veicolo a guida autonoma. Oppure al riconoscimento del linguaggio parlato che ci consente di interagire in modo semplice e immediato con macchine e dispositivi. Fino a qualche anno fa non mancavano voci scettiche sulle effettive potenzialità dell’intelligenza artificiale. Fin dalla prima apparizione del concetto, negli anni ’50 del secolo scorso, si sono alternati periodi di grande eccitazione seguiti da periodi di delusione. Questa volta sembra che la delusione non sia destinata a ripetersi e gli investimenti nello sviluppo delle tecnologie stanno esplodendo in funzione della continua espansione delle applicazioni. Come sottolinea il rapporto Assinform, la caratteristica comune delle tecnologie dell’intelligenza artificiale è quella di aumentare la produttività delle persone e delle organizzazioni. Tanto che l’impatto economico, rilevantissimo nei prossimi decenni, deriverà non tanto dalla produzione delle nuove tecnologie quanto dagli effetti indiretti sulla produttività di lavoro e capitale. Si parla di iper-automazione poiché l’intelligenza artificiale consentirà alle macchine non solo di sostituire lavoro manuale ma di intervenire in contesti nei quali è necessario prendere decisioni in tempi “ultra-umani” (nell’ordine di millisecondi).

Ciò è possibile facendo leva sulla disponibilità di enormi quantità di dati e sull’elevata potenza di elaborazione degli stessi, anche in ambito locale. A fronte di queste enormi potenzialità il rapporto prende anche atto dei ritardi presenti nel nostro paese in questo ambito. Dal punto di vista dello sviluppo delle tecnologie la battaglia è persa; non solo dall’Italia ma dall’intera UE. Il divario negli investimenti, privati e pubblici, con la Cina e gli USA è troppo rilevante per permetterci di competere. Abbiamo però ampie possibilità di accelerare sul fronte dell’adozione di queste tecnologie. Per il rapporto l’Italia è a un appuntamento decisivo. Ha l’occasione di recuperare il gap di produttività accumulato negli ultimi decenni e consolidare la posizione di grande paese manifatturiero; oppure prendere atto della definitiva retrocessione a sistema produttivo a basso valore aggiunto che può competere solo sulla riduzione dei costi. Sembra un’affermazione scritta per il sistema manifatturiero delle Marche, che sul tema della digitalizzazione è anch’esso ad una svolta cruciale. Come evidenziato dai dati dell’Osservatorio sui processi di digitalizzazione nell’ambito del PID (Punto Impresa Digitale) della Camera di Commercio delle Marche, la regione ha accumulato ritardi in questo ambito, evidenti soprattutto fra le imprese di minore dimensione. Allo stesso tempo vi sono le potenzialità per recuperare attraverso l’attività sinergica del sistema pubblico (vedi l’impegno sulla diffusione della banda larga), delle associazioni di categoria (le attività del PID e dei Digital Innovation Hub) e del sistema imprenditoriale. Non mancano nella regione spin-off e start-up innovative che utilizzano tecnologie dell’intelligenza artificiale e che possono essere un efficace veicolo di diffusione di queste tecnologie verso le altre imprese. I prossimi anni saranno decisivi per la possibilità di consolidare un sistema manifatturiero avanzato, capace di competere sull’innovazione e sulla qualità e non solo sui costi.

*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coord. Fondazione Merloni

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