Il Corriere Adriatico di venerdì scorso ha dato notizia dell’ennesimo slittamento nella riapertura dei collegamenti aerei fra l’aeroporto delle Marche e i principali hub italiani di Roma e Milano. Molti si saranno chiesti la ragione della difficoltà a ripristinare il collegamento con Roma, principale aeroporto nazionale, mentre in questi anni è stato sempre garantito il collegamento con l’aeroporto di Monaco, anche con più voli giornalieri. I due aeroporti sono simili per dimensione, con un traffico di passeggeri annui intorno ai 50 milioni.
Sembra improbabile che i marchigiani abbiano così tanti interessi turistici e di lavoro per Monaco da giustificare un traffico che negli anni pre-pandemia era di oltre 100.000 passeggeri all’anno mentre dal 2017 non vi sono più voli per Roma. Oltre che essere di dimensioni simili gli aeroporti di Monaco e Roma sono entrambi grandi hub internazionali, cioè punti di concentrazione e di transito per i voli intercontinentali. Perché allora così tanti voli verso Monaco e nessuno per Roma? La risposta va cercata nella diversa presenza di compagnie aeree di riferimento che operano in questi due hub. L’aeroporto di Monaco è uno dei principali hub di Lufthansa (insieme a Francoforte). Lo è diventato anche in seguito al disastro combinato con Malpensa per cui Lufthansa ha colto al volo la possibilità di appropriarsi di buona parte del ricco mercato del centro-nord Italia. Il Terminal 2 dell’aeroporto di Monaco, che ha iniziato le attività nel 2003, è utilizzato esclusivamente da Lufthansa e dalle società associate alla rete Star Alliance (che fa capo a Lufthansa) ed ha una capienza di circa 25 milioni di passeggeri annui. Il terminal è stato costruito con il contributo di Lufthansa e la società che lo gestisce è posseduta al 40% da Lufthansa. Un’area del terminal è dedica ad Air Dolomiti, società ora controllata da Lufthansa, che è stata fra i principali partner nella raccolta di traffico dal centro-nord Italia e che ha operato per molti anni anche i voli da e per Ancona. Lufthansa gestisce direttamente, o indirettamente tramite i suoi partner, oltre metà del traffico passeggeri dell’aeroporto di Monaco.
Per questo ha tutto l’interesse a preoccuparsi dei collegamenti con gli aeroporti minori attraverso i quali si garantisce la domanda per i voli internazionali.
*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coordinatore Fondazione Merloni