«Le varie forme di maltrattamento che subiscono molte donne sono una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l’umanità. Non possiamo guardare dall’altra parte. Le donne vittime di violenza devono essere protette dalla società». Sono chiare e dirette le parole di Papa Francesco in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tutta la settimana appena trascorsa è stata dedicata a questa ricorrenza, celebrata ogni 25 novembre e istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare l’opinione pubblica. La data scelta ricorda la tortura e l’uccisione di tre sorelle, attiviste politiche, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, avvenuta nel 1960 nella Repubblica Dominicana, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Un episodio che ha terribilmente sconvolto quel Paese mobilitando le coscienze a livello internazionale. L’importante è non fermarsi al 25 novembre, ma agire concretamente tutto l’anno per arrestare la violenza contro le donne, piaga che continua a falcidiare l’esistenza di tante persone innocenti. Nel 2021, in Italia, ne sono state uccise 103, secondo il report periodico elaborato dal Servizio analisi criminale della Polizia aggiornato al 14 novembre. Il crimine del femminicida è palesemente una responsabilità personale, come dice la legge, ma è anche espressione della colpa collettiva di una società femminicida, inconsapevole complice di chi si è macchiato dell’omicidio. Nessuna entità civile e religiosa può considerarsi immune dalla vergogna di aver rappresentato l’universo femminile come peccaminoso, meritevole di discriminazione e socialmente ed economicamente inferiore. Storicamente la figura della donna ha oscillato per secoli tra due estremi: da un lato la sacralizzazione più enfatica e la divinizzazione poetica, dall’altra la demonizzazione ghettizzante che bollava l’altra metà del cielo come fonte di conflitto e di impurità. E così, su colui che ha compiuto il più aberrante dei delitti si scaricano millenni di cultura antifemminile che hanno concorso ad armare la sua mano assassina.
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII