Un anno per San Giuseppe modello della genitorialità 2.0

Un anno per San Giuseppe modello della genitorialità 2.0

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 13 Dicembre 2020, 05:00

In più occasioni Papa Francesco ha espresso la sua particolare predilezione per San Giuseppe, un uomo che, vissuto duemila anni fa, è stato padre putativo di Gesù e sposo di Maria Vergine. A testimonianza di ciò, nei giorni scorsi, ha scelto di affidare formalmente la Chiesa alla potente intercessione di questo santo indicendo l’Anno speciale di San Giuseppe che sarà celebrato fino all’8 dicembre 2021. Contestualmente ha pubblicato la lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre” dedicata proprio al Custode di Gesù, una persona capace di fare «della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia». A 150 anni dal Decreto Quemadmodum Deus, con il quale il beato Pio IX dichiarò san Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica, l’attuale Pontefice ha evidenziato l’importanza di «tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in seconda linea», ma hanno «un protagonismo senza pari nella storia della salvezza». «A tutti loro – ha aggiunto il Papa – va una parola di riconoscimento e di gratitudine». C’è una frase bellissima di Santa Teresa D’Avila: «Qualunque cosa si domandi a San Giuseppe verrà certamente concessa. Chi non crede, ne faccia la prova affinché si persuada. Non mi ricordo di averlo mai pregato senza aver subito ottenuto la grazia richiesta». È stato, poi, un altro Pontefice canonizzato da Papa Bergoglio, e cioè Karol Wojtyla, a sintetizzare la missione celeste di colui che ha cresciuto e formato il Redentore: «Dio ha deposto nelle mani di Giuseppe i tesori della redenzione che sono Gesù e Maria». Pochi sanno che risale ad appena 32 anni fa la preghiera, approvata ecclesialmente, che milioni di credenti in tutto il mondo recitano per appellarsi al padre davidico del Messia, patrono della Chiesa universale e capo della Santa Famiglia. Qui sta il senso della paternità secondo il Vangelo: è padre chi serve, non chi viene servito. La misericordia e la bontà di san Giuseppe lo rendono credibile quale consolatore degli afflitti proprio perché Dio lo ha scelto a rappresentare in terra lo spirito della genitorialità.

Oggi che tanti adulti sono costretti a riscoprire la loro funzione di padre restando a casa per effetto dell’emergenza sanitaria, tornano utili gli insegnamenti silenziosi del Patriarca Giuseppe, guida mite e autorevole, in quanto destinatario e tutore di gioie e dolori. La notte della nascita di Gesù adagiò il bambino nella mangiatoia ed è intuibile la sofferenza da lui provata nel trovarsi in quella misera stalla senza alcun aiuto e senza poter onorare il Figlio di Dio come egli meritava. Ma poi quel dolore si tramutò in gioia, nell’udire i cori degli angeli e nel vedere i pastori e i magi rendere omaggio a Gesù. Quanta dolcezza in questa famigliola che non trovò posto in nessun alloggio! Betlemme non aveva un angolino per far nascere il Figlio di Dio. Un esempio per tutti i papà ma anche per i mariti, perché san Giuseppe non ripudiò Maria, nonostante le convenzioni dell’epoca obbligassero ad allontanare una donna rimasta incinta prima delle nozze. San Giuseppe, ascoltato in sogno l’angelo, ebbe la forza morale e spirituale di riconoscersi parte di un disegno salvifico per il quale avrebbe in seguito dovuto affrontare prove terribili, come l’esilio in Egitto, affidandosi costantemente alla volontà di Dio. Mi ha sempre colpito il racconto evangelico dell’obbedienza che Gesù sempre riconobbe al mite e credibile San Giuseppe, nella cui bottega artigiana il Salvatore dell’umanità apprese la forza della misericordia, dell’ascolto, della fedeltà e del sapere sempre stare al riparo dalle lusinghe della visibilità. Un falegname conosce il valore del lavoro, del buon senso, della necessità di saper fare bene le cose, queste doti gli furono riconosciute fino agli ultimi giorni terreni da Gesù e Maria che gli restarono accanto, rispettandolo e amandolo. Quale miglior modello per la genitorialità 2.0 sempre insidiata dall’immaturità e dal narcisismo egoistico? La figura di San Giuseppe diventa così un esempio per tutti gli uomini di buona volontà e in particolare per i cristiani che hanno bisogno di invocarne la protezione, soprattutto in questo periodo di grande prova.

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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