Il martirio di suor Maria Laura e lo spirito del male tra di noi

Il martirio di suor Maria Laura e lo spirito del male tra di noi

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 6 Giugno 2021, 10:40

Oggi a Chiavenna è il giorno della beatificazione di suor Maria Laura Mainetti, assassinata 21 anni fa da tre ragazze durante un rito satanico. Il suo martirio pone una serie di angoscianti interrogativi. «Eccomi! Signore, perdonale», disse suor Laura mentre le giovani la colpivano. Dovevano essere 18 fendenti, 6 per ciascuna ragazza. Ma nella foga i colpi furono anche di più. Infine il perdono, assicurato in punto di morte. Un massacro originato dall’odio verso la fede unito a un atroce vuoto valoriale. C’è un comune denominatore tra il barbaro assassinio di una religiosa inerme e analoghe tragedie scatenate dal maligno in Italia e nel mondo. La parola diavolo deriva dal verbo greco “diaballo” e significa separare, porre barriere, fratture. Satana opera interiormente per separare le vittime dal loro contesto familiare, sociale, affettivo. Il demonio e lo spirito del male poggiano sull’illusione. Il diavolo è un illusionista. Mostra una parvenza diversa dalla realtà oggettiva. Nel cammino dell’umanità non c’è epoca storicamente conoscibile nella quale l’uomo non appaia segnato dal male. Nell’odierna società occidentale, secolarizzata e atea, le violenze perpetrate in ossequio del maligno sono una delle più rilevanti manifestazioni del “mysterium iniquitatis”. Il diavolo «esiste davvero», assicura Papa Francesco che più volte, nella Messa mattutina di Santa Marta, ha ripetuto che il male è reale, tangibile. «A questa generazione hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea del male – ha detto il Pontefice in una sua omelia del mattino –. E invece il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui». Una presenza reale che lavora dietro le quinte. Jorge Mario Bergoglio lo ha descritto con termini precisi: «È il bugiardo, il padre dei bugiardi, il padre della menzogna e un seminatore di zizzania. Fa litigare, induce nell’errore grave. Il diavolo non ci butta addosso fiori ma frecce infuocate, per ucciderci». Per questo Francesco esorta a «prendere l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio»: l’antidoto è rappresentato dalla fede e dalla consapevolezza che la vita cristiana è una milizia, «una lotta bellissima, perché quando il Signore vince in ogni passo della nostra vita, ci dà una gioia, una felicità grande: quella gioia che il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza».

Si deve combattere, non è un semplice scontro, ma è un combattimento continuo. Belzebu, Asmodeo, Behemoth, Lucifero, Mefistofele, Satana: il principe del male ha molti nomi ed è descritto con fattezze differenti. A Torquato Tasso il diavolo appare con una “gran fronte” adornata da “gran corna”, una “orrida maestà” dall’“irsuto petto”. Per Thomas Mann, invece, «è un uomo piuttosto allampanato, non alto, con un berretto sportivo tirato su un’orecchia». A metà Ottocento, il poeta francese Charles Baudelaire sosteneva che «la più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste». Nel 1953, lo scrittore cattolico Giovanni Papini argomentò che «l’ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morte». Una convinzione condivisa dal collega agnostico Andre Gide: «Spera, che non si creda in lui». Il cardinale Gianfranco Ravasi, biblista e ministro vaticano della cultura, osserva che «la non esistenza di Satana farebbe totalmente ricadere sulla libertà umana la piena, assoluta ed esclusiva responsabilità del male che stria tutta la storia coi suoi fiumi di sangue, di violenza, di immoralità, di perversione». Suor Maria Laura era solita firmarsi “Figlia della croce”. Era il sigillo del suo continuo offrirsi a Dio per gli altri. E così è stato fino alla fine. Accoltellata ripetutamente sino allo strazio del suo fragile corpo. A martirizzarla è stato lo “spirito del male” che ha agito attraverso ragazze che si dichiaravano in cerca di forti emozioni e pronte a compiere gesti eccitanti e rischiosi. La morte non ha l’ultima parola sulla sorte umana perché l’uomo è proiettato a una vita senza limiti che ha la sua origine e il suo fine in Dio. Oggi la beatificazione di suor Laura è un evento di grande pregnanza per la Chiesa e la società intera.

*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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