Oggi a Chiavenna è il giorno della beatificazione di suor Maria Laura Mainetti, assassinata 21 anni fa da tre ragazze durante un rito satanico. Il suo martirio pone una serie di angoscianti interrogativi. «Eccomi! Signore, perdonale», disse suor Laura mentre le giovani la colpivano. Dovevano essere 18 fendenti, 6 per ciascuna ragazza. Ma nella foga i colpi furono anche di più. Infine il perdono, assicurato in punto di morte. Un massacro originato dall’odio verso la fede unito a un atroce vuoto valoriale. C’è un comune denominatore tra il barbaro assassinio di una religiosa inerme e analoghe tragedie scatenate dal maligno in Italia e nel mondo. La parola diavolo deriva dal verbo greco “diaballo” e significa separare, porre barriere, fratture. Satana opera interiormente per separare le vittime dal loro contesto familiare, sociale, affettivo. Il demonio e lo spirito del male poggiano sull’illusione. Il diavolo è un illusionista. Mostra una parvenza diversa dalla realtà oggettiva. Nel cammino dell’umanità non c’è epoca storicamente conoscibile nella quale l’uomo non appaia segnato dal male. Nell’odierna società occidentale, secolarizzata e atea, le violenze perpetrate in ossequio del maligno sono una delle più rilevanti manifestazioni del “mysterium iniquitatis”. Il diavolo «esiste davvero», assicura Papa Francesco che più volte, nella Messa mattutina di Santa Marta, ha ripetuto che il male è reale, tangibile. «A questa generazione hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea del male – ha detto il Pontefice in una sua omelia del mattino –. E invece il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui». Una presenza reale che lavora dietro le quinte. Jorge Mario Bergoglio lo ha descritto con termini precisi: «È il bugiardo, il padre dei bugiardi, il padre della menzogna e un seminatore di zizzania. Fa litigare, induce nell’errore grave. Il diavolo non ci butta addosso fiori ma frecce infuocate, per ucciderci». Per questo Francesco esorta a «prendere l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio»: l’antidoto è rappresentato dalla fede e dalla consapevolezza che la vita cristiana è una milizia, «una lotta bellissima, perché quando il Signore vince in ogni passo della nostra vita, ci dà una gioia, una felicità grande: quella gioia che il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza».
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII