La cattiveria da cancellare: mai dimenticare chi soffre

La cattiveria da cancellare: mai dimenticare chi soffre

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 19 Dicembre 2021, 10:30

Le immagini riprese dalle telecamere nascoste hanno mostrato scene agghiaccianti di soprusi che rivelano come l’uomo talvolta possa diventare mostruoso comportandosi in modo disumano contro chi non si può difendere. L’ennesimo episodio di inaudita violenza sui disabili è avvenuto nel palermitano, con tanto di video che ti tolgono il respiro. Lo stesso giudice per le indagini preliminari ha scritto delle frasi che lasciano esterrefatti: “Gli ospiti del centro sono sottoposti ad un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità” e “scontano quotidianamente la pena della loro disabilità con il loro essere sottoposti a torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”. La società non può mai dimenticare chi soffre. I disabili e tutte le persone malate necessitano di un supplemento di attenzione, vicinanza e amore, a differenza di quanto troppo spesso siamo costretti a constatare. Infatti, le recenti e gravissime vicende di maltrattamenti nei loro confronti sono allarmanti, inaccettabili. Taluni purtroppo, anziché provare compassione, sembrano godere nell’esercitare il proprio dominio su individui inermi, trattandoli con disprezzo, superiorità, come se fossero esseri di serie B. Chi si spende per le persone disagiate dovrebbe avere una vera e propria vocazione verso il fratello più sfortunato affinché questi si senta davvero amato e protetto, non certo offeso e recluso. Le prepotenze verso le persone deboli sono il segnale dell’abbrutimento della nostra società in cui l’indifeso è oltraggiato proprio da chi dovrebbe aiutarlo. Tali casi eclatanti sono solo la punta dell’iceberg di una discriminazione - per utilizzare le parole di Papa Francesco nella Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre scorso - che «è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale; essa si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona». Lo Stato non può omettere di fare la sua parte per sostenere e non lasciare isolati i malati assieme alle loro famiglie.

Gli individui non autosufficienti hanno bisogno di essere curati all’interno del nucleo familiare di appartenenza, con il dovuto sostegno domiciliare, educativo, infermieristico e medico: vivere tra i propri cari è un beneficio psicologico e spirituale incomparabile. Speriamo, pertanto, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con oltre sei miliardi di euro da destinare alle persone con disabilità, possa ottenere una rapida approvazione, come auspicato anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Questi nostri fratelli, che secondo le più recenti stime dell’Istat in Italia sono circa tre milioni e mezzo, ci chiedono di essere accettati e accolti per quello che sono. Una reale integrazione per ogni uomo, indipendentemente dalla sua condizione, si potrà attuare solo con un radicale cambiamento di mentalità e cultura, rimuovendo tutti quegli ostacoli che oggi impediscono una normale vita di relazione. «Ogni persona umana è preziosa, ha un valore che non dipende da quello che ha o dalle sue abilità, ma dal semplice fatto che è persona, immagine di Dio», ha affermato il Pontefice qualche giorno fa ricevendo in udienza l’istituto Serafico di Assisi. Ogni individuo, in qualunque tappa della sua esistenza, è voluto e amato dal Creatore, ognuno è importante e necessario. I cristiani e tutte le persone di buona volontà non possono permettere che si aggravi ulteriormente, con emarginazione e indifferenza, il dramma dei tanti disagiati, in una società restia a considerare sofferenza e dolore parti integranti del cammino dell’umanità. Perché malati, disabili e anziani non siano sempre più ignorati e “scartati” - ma, anzi, divengano sempre più protagonisti - il primo semplice passo da compiere è la vicinanza concreta nei loro confronti, che rappresenta la prima e autentica testimonianza di amore e verità. La cattiveria dell’uomo non diventi un alibi per rimanere assuefatti alla tanta violenza gratuita che ci circonda, ma sia un incoraggiamento a renderci insopportabile ogni ingiustizia.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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