È una legge spietata della comunicazione quella che sprofonda nell’oblio le tragedie individuali quando dilaga una catastrofe collettiva. Mentre infuria la pandemia, sembriamo anestetizzati alle atrocità che le cronache riversano sulle nostre coscienze stordite. Ai due capi dell’Italia, a Como e a Palermo, si sono consumati due abomini rimasti sotto i riflettori mediatici giusto il tempo per una generica costernazione di facciata. Una bimba di un anno e mezzo è stata violentata e trucidata dal patrigno. Negli stessi giorni una ragazzina di appena dieci anni è morta soffocata in una “sfida-spazzatura” su un social molto frequentato dagli adolescenti. In entrambi i casi l’infanzia è divenuta “terra di nessuno” per quelli che potremmo definire “sacrifici umani”. Nelle civiltà primitive più si era fragili, maggiore era l’esposizione sociale al pericolo. La collettività disprezzava la debolezza e le riservava trattamenti aberranti ogni qualvolta si trattava di scegliere quale forma di vita privilegiare e quale scartare. Oggi purtroppo non siamo estranei a queste antiche crudeltà. Anzi, in un rigurgito di atavica indifferenza, le prossime prescrizioni di massa, nei casi di sovraccarico sanitario, prevedrebbero, secondo una bozza di piano pandemico nazionale, l’emarginazione programmata e il diniego di cure a coloro che abbiano minori possibilità di guarire: «Se ci sono poche risorse, bisogna scegliere chi curare». È la stessa e disumana scelta che viene perpetrata in ambito socio-educativo: a parole si tutelano le fasce costitutivamente più deboli, nei fatti le si scaraventa dalla Rupe Tarpea degradando gli indifesi a zavorre costose e inutili. Quante volte si delega alle nuove tecnologie il compito formativo degli adulti? Quante volte si nascondono le piccole e grandi ingiustizie commesse nei confronti di bambini, disabili, malati anziani? Per esempio, perché escludere dalle priorità della campagna vaccinale le Rsd, ossia le residenze per persone affette da gravi disabilità? Quanti genitori, educatori, adulti in generale hanno abbandonato la funzione esemplare ed educativa che per generazioni ha strutturato la maturità degli esseri umani? Geppetto si vende anche l’unica giacchetta per comprare l’abbecedario a Pinocchio.
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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