Fraternità e amicizia sociale nell’enciclica di Papa Francesco

Fraternità e amicizia sociale nell’enciclica di Papa Francesco

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 4 Ottobre 2020, 11:05
«Lo sforzo per costruire una società più giusta implica una capacità di fraternità, uno spirito di comunione umana». Così Papa Francesco, tramite un tweet, ha commentato l’enciclica intitolata “Fratelli tutti” che ieri è stata diffusa in tutto il mondo. Dopo la “Lumen fidei” e la “Laudato si”, il Pontefice si è soffermato sugli argomenti della “fraternità” e dell’“amicizia sociale”. Ad Assisi ha firmato il nuovo documento destinato alla Chiesa universale al termine di una celebrazione eucaristica molto sobria e meditativa nella basilica inferiore, accanto alla tomba del Poverello, in forma privata e senza alcuna partecipazione di fedeli a causa della pandemia. Se la “Laudato si”, nel suo incipit, citava il cantico di Frate Sole composto da San Francesco nella lingua volgare medievale, questa terza enciclica rimanda a una raccolta delle sue massime di saggezza, gli insegnamenti spirituali riportati nelle Admonitiones. «Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce», scriveva 800 anni fa il patrono d’Italia di cui proprio oggi si celebra la festa. Quello indicato dall’attuale successore di Pietro è un cattolicesimo incisivo e solidale imperniato di una pacatezza sempre aperta al dialogo. Si crea un grave danno alla collettività quando si giudica qualcuno a priori come una minaccia, un fastidio, guardando solamente alle apparenze… peggio ancora quando si imputano a intere categorie di persone colpe che non hanno commesso usandole come capri espiatori. Imparare ad accettare l’altro per quello che è, indipendentemente dai fattori esterni, è una sfida e, al tempo stesso, una grande responsabilità della nostra epoca. Ogni cristiano è invitato a essere per il mondo un veicolo di fede, comunione, fraternità e bellezza del cammino, mostrando che, in una società sempre più crudele e disposta a barattare e svendere in nome del benessere i valori irrinunciabili della persona umana, c’è ancora chi combatte pacificamente e dona la vita, senza paure e nascondimenti, con la luce e la presenza di Dio. Talvolta, purtroppo, è l’indifferenza a prevalere o, peggio, gli interessi privati e personalistici dei potenti che continuano a mantenere un sistema crudele che affama tanta gente. Nessuno può far finta di non sapere che contribuisce, nel bene o nel male, alla salute, alla felicità e alla sorte dei più poveri, chi è costretto a misurarsi con disperazione, abbandono e miseria, compresi quelli che, appena aperti gli occhi alla vita, neanche immaginano il futuro che li attenderà. Ma il Signore, nonostante tutto, entra nella quotidianità dell’essere umano senza mai abbandonarlo; per questo è necessario cercare una fraternità che permetta di sostenersi gli uni gli altri per andare avanti. Gli avvenimenti dolorosi rivelano che la vita, dono unico, irripetibile ma anche fragile, non è nelle nostre mani. Ciò dovrebbe insegnarci ad apprezzare maggiormente l’esistenza umana, trasmettendo quel bene, frutto soltanto dell’amore, che porta speranza. L’amicizia e l’uguaglianza tra gli uomini, l’assistenza e la cura dei malati, la carità verso i poveri, l’accoglienza dei bisognosi, il rispetto dei deboli, la giustizia e la pace tra i popoli… sono queste le radici universali, le basi fondanti di qualunque dottrina e fede, dalle quali è necessario ripartire. Tutti i popoli, infatti, fanno parte di un’unica comunità in quanto figli del Creatore e sono chiamati all’incontro con l’altro e alla cooperazione senza barriere. È indispensabile una collaborazione tra tutte le realtà sociali ed educative perché si intensifichi a favore delle nuove generazioni la trasmissione dei valori di legalità, accoglienza, rispetto della diversità e fraternità, respingendo ogni forma di prevaricazione, prepotenza e intolleranza che nega o calpesta la dignità della persona. Orientiamo più spesso lo sguardo verso lo Spirito Santo – generatore di armonia e unità, in grado di operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi – così da riscoprirci autentici paladini della civiltà dell’amore e della verità, dove speranza e solidarietà permettono di superare ogni egoismo e rancore.

*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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