Quando potremo tornare alla normalità? E dico alla normalità senza aggettivi, non la Nuova Normalità, qualsiasi cosa significhi. Siamo impazienti di lasciarcelo alle spalle, il virus. «È stata una orribile parentesi, è chiusa». La riapriremo giusto per vessare i nipotini: «Ora nonno ti racconta cosa accadde nel 2020». Quando potremo riavere intera la nostra libertà, e smetterla di comportarci come Cenerentola, «Oddio, mancano cinque minuti alla mezzanotte, devo rincasare», e riprendere a mascherarci solo a Carnevale e partecipare a una cena di venti persone, tutti ammassati allo stesso tavolo (da dodici)? Non che non sia gradevole questo periodo di transizione, la vita riconquistata pezzo a pezzo, settimana dopo settimana. Ma insomma quando torneremo alla normalità? Stasera. Per sole due ore, d’accordo. Dalle 21 alle 23, l’Italia sarà esattamente come prima del Covid, e dopo il Covid. Sarà quella di sempre, quando la Nazionale gioca una partita importante: un Paese incollato allo schermo domestico. «Fantozzi aveva un programma formidabile. Calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero». Saremo fieramente Fantozzi, per un paio d’ore, risparmiandoci la flanella che non è stagione (invece è stagione di familiare ghiacciata). Canteremo l’inno di Mameli molto più convinti che l’anno scorso sui disperati balconi. (Era Buffon quello che prima d’ogni sfida lo urlava a squarciagola senza mai beccare una nota giusta manco per sbaglio?). Parleremo fitto col televisore. Trasformati in Commissari Tecnici - che è sempre meglio che credersi tutti virologi, no? - invieremo a Mancini (insensibile, temo, sordo più d’una campana) i nostri preziosi, anzi risolutivi suggerimenti: «Fai entrare Potacchio, muoviti!». Ci indigneremo per le scellerate decisioni dell’arbitro cornuto e venduto. Piede azzurro dritto nettissimo contro caviglia turca: «Ma cosa fischi? Cosaaa? Lascia giocare, ha preso la palla!». Spintarella impercettibile ai danni d’un nostro eroe: «È fallo ooooh! Ma questo bisognoso di cane guida e bastone bianco ce l’ha con noi! E il Var non dice niente? Che schifo!».
*Opinionista e critico cinematografico