Ma quando torneremo alla normalità? Stasera la Nazionale ci darà una mano

Ma quando torneremo alla normalità? Stasera la Nazionale ci darà una mano

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 11 Giugno 2021, 16:27

Quando potremo tornare alla normalità? E dico alla normalità senza aggettivi, non la Nuova Normalità, qualsiasi cosa significhi. Siamo impazienti di lasciarcelo alle spalle, il virus. «È stata una orribile parentesi, è chiusa». La riapriremo giusto per vessare i nipotini: «Ora nonno ti racconta cosa accadde nel 2020». Quando potremo riavere intera la nostra libertà, e smetterla di comportarci come Cenerentola, «Oddio, mancano cinque minuti alla mezzanotte, devo rincasare», e riprendere a mascherarci solo a Carnevale e partecipare a una cena di venti persone, tutti ammassati allo stesso tavolo (da dodici)? Non che non sia gradevole questo periodo di transizione, la vita riconquistata pezzo a pezzo, settimana dopo settimana. Ma insomma quando torneremo alla normalità? Stasera. Per sole due ore, d’accordo. Dalle 21 alle 23, l’Italia sarà esattamente come prima del Covid, e dopo il Covid. Sarà quella di sempre, quando la Nazionale gioca una partita importante: un Paese incollato allo schermo domestico. «Fantozzi aveva un programma formidabile. Calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero». Saremo fieramente Fantozzi, per un paio d’ore, risparmiandoci la flanella che non è stagione (invece è stagione di familiare ghiacciata). Canteremo l’inno di Mameli molto più convinti che l’anno scorso sui disperati balconi. (Era Buffon quello che prima d’ogni sfida lo urlava a squarciagola senza mai beccare una nota giusta manco per sbaglio?). Parleremo fitto col televisore. Trasformati in Commissari Tecnici - che è sempre meglio che credersi tutti virologi, no? - invieremo a Mancini (insensibile, temo, sordo più d’una campana) i nostri preziosi, anzi risolutivi suggerimenti: «Fai entrare Potacchio, muoviti!». Ci indigneremo per le scellerate decisioni dell’arbitro cornuto e venduto. Piede azzurro dritto nettissimo contro caviglia turca: «Ma cosa fischi? Cosaaa? Lascia giocare, ha preso la palla!». Spintarella impercettibile ai danni d’un nostro eroe: «È fallo ooooh! Ma questo bisognoso di cane guida e bastone bianco ce l’ha con noi! E il Var non dice niente? Che schifo!».

Ci attendono due ore così, ogni problema rimosso, il mondo intero, fuorché quel rettangolo verde inquadrato dalle telecamere, cancellato per un Paese intero. È l’eterno miracolo del calcio, si produce ogni volta. «Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci». Così parlò Pasolini, e le sue parole oggi sono anche più veritiere. E chi alla sacra rappresentazione calcistica è allergico? Beh, anche per loro oggi sarà una serata bellissima. Volendo pure fantozziana: trascorsa guardando «un film cecoslovacco in lingua originale ma coi sottotitoli in tedesco!». Oppure possono concedersi una passeggiata nella città deserta per nobile causa e non per ignobile virus. Sono splendide le città deserte per nobile causa. Solo, noi calciofili, vi chiediamo una cortesia. Rincasate a partita finita, e senza pretendere di ragguagliarci sulla conversazione intercorsa con Pernilla e Gunilla, Edmondo e Rodelinda. Ci direte tutto domani, oggi per noi esiste solo Italia - Turchia, e dopo il triplice fischio saremo troppo felici o troppo arrabbiati per starvi a sentire. Conceda Eupalla (copyright Gianni Brera) sia la prima partita di sette, la Finale a Wembley fra un mese esatto. Da Commissario Tecnico a Commissari Tecnici: converrete con me che il fuoriclasse ci manca, però la squadra c’è, sa come occupare il campo, sviluppare la manovra, e il calcio fino a prova contraria è gioco di squadra. No, Mancini non mi ha chiamato per concordare la formazione, mi dia retta almeno per i cambi. Verratti non gioca, il ragazzo ce n’ha sempre una. Probabili centrali di difesa, Bonucci e Chiellini: hanno fatto il Gerovital? All’odierno signor Makkelie e ai prossimi arbitri degli Azzurri chiedo in anticipo scusa per gli ingiusti insulti che rivolgerò loro, accecato dal tifo. E alle rispettive mogli e madri, virtuosissime, sia chiaro.

*Opinionista e critico cinematografico

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