In questi giorni la Chiesa commemora in tutto il mondo, con convegni e pubblicazioni, l’anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Ed è proprio nella costituzione conciliare “Lumen Gentium” che troviamo la più esaustiva descrizione della speranza. Tesoro inestimabile da offrire ai giovani in cerca di senso, di adulti credibili e di esempi edificanti. Cristo, luce del mondo, illumina la Chiesa, chiamata ad essere faro di verità e di carità, proprio attraverso la concretezza dei modelli proposti. Al centro di un’azione autenticamente educativa c’è proprio la speranza cristiana, la “virtù bambina”. È l’insegnamento semplice e profondo del Vangelo che deve guidarci a dialogare con tutti, anche con quelli che possono sembrare (o effettivamente sono) i più lontani. La ricchezza umana e intellettuale del “camminare insieme” (come attesta etimologicamente il metodo sinodale indicato da Papa Francesco) nasce da un dialogo sincero, espressione di un amore vero che in ciascun contesto favorisce rapporti leali di collaborazione. Ad animare la nostra proposta deve essere una prospettiva inclusiva che non cali dall’alto una soluzione, ma costruisca sentieri di crescita con i giovani e non per i giovani. La leva è il desiderio sempre più grande di ricercare, conoscere, amare e vivere la verità. «La pastorale giovanile - spiega il Papa nell’Esortazione apostolica Christus Vivit - non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa, attraverso un dinamismo di corresponsabilità. Animati da questo spirito, potremo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza della varietà di cui si compone, accogliendo con gratitudine anche l’apporto dei fedeli laici, tra cui giovani e donne, quello della vita consacrata femminile e maschile, e quello di gruppi, associazioni e movimenti. Nessuno deve essere messo o potersi mettere in disparte». Il Pontefice, inoltre, non smette di richiamare il tema della speranza: «Non lasciatevi rubare la speranza!». È fondamentale che questa virtù, spesso sottovalutata, torni ad essere il motore della vita morale, individuale e collettiva.
*Associazione comunità Papa Giovanni XXIII