Volontariato da sollecitare per coinvolgere i giovani

Volontariato da sollecitare per coinvolgere i giovani

di Mario Paci
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Sabato 27 Maggio 2023, 05:40

Si sente dire spesso che la carità può essere imbarazzante perché viene esercitata in senso verticale, dove capita. Il volontariato, al contrario, è orizzontale e comporta il rispetto reciproco. Il volontariato ha avuto un ruolo fondamentale durante la pandemia Covid. Non solo ha affrontato la battaglia contro il terribile virus, rimettendosi in discussione, ma l’ha pure vinta. Dopo l’emergenza sanitaria, però, è giunta anche l’emergenza economica (inflazione e e conflitto in Ucraina). E a colpi di crisi, purtroppo, per il settore non profit si è accesa la spia rossa. Infatti, l’Istat nei giorni scorsi ha suonato il campanello d’allarme: negli ultimi anni è stato perso il 15% di volontari. Una valutazione che, purtroppo, non risparmia nemmeno la nostra regione. «Durante la pandemia, sulla spinta emotiva, molti professionisti e insegnanti ci hanno dato una mano - dichiara Pino Felicetti, presidente del Polo di accoglienza e solidarietà della Fondazione Carisap di Ascoli Piceno, impegnato nell’assistenza alle persone in difficoltà, che potrebbe rappresentare un po’ il simbolo marchigiano di una realtà tipica del Terzo Settore - ma ora, per mancanza di tempo e anche per altre questioni personali, i volontari sono sempre più persone anziane». I giovani, in sostanza, fanno altro. E qui si potrebbero innescare considerazioni di carattere sociologico, rischiando però di calpestare un terreno minato. E allora atteniamoci alla realtà: perchè i giovani sono (apparentemente) disinteressati al volontariato? Finora sono state analizzate le conseguenze ma non le cause. E quali potrebbero essere allora? Negli ultimi tempi il modo di fare volontariato è sicuramente cambiato e sta cambiando. Oggi non si parla più di volontariato ma di “volontariati” . Inoltre per ampliare il raggio di azione di potenziali volontari, occorre iniziare a coinvolgere di più proprio i giovani marchigiani che hanno abitudini, interessi e linguaggi probabilmente diversi da chi opera oggi nelle organizzazioni a carattere locale. Ci sono giovani che vivono il volontariato in modo sporadico, si potrebbe dire quasi mordi e fuggi.

Non ci sono ragioni in particolare, è il loro modo di essere. Probabilmente chi milita nelle organizzazioni di volontariato ha imparato a vivere il dono del tempo in modo diverso. E si aspetta dal prossimo ciò che vorrebbe per lui. Non sempre accade. Ciò non significa accettare supinamente un volontariato che potremmo definire volatile ma bisognerà tenere conto che ci sono tempi e modalità differenti, con cui ci si può relazionare in modo nuovo. Come? Si potrebbe fare di più sulla fidelizzazione di chi già dona il suo tempo, che fa le prime esperienze nelle associazioni ma non trova buoni spunti per rimanerci. Proprio perché è volontariato, dono gratuito e libero del proprio tempo, non è automatico. Va quindi curato e sollecitato. D’altronde, per definizione, il volontariato è un’attività di aiuto e di sostegno messa in atto da privati, generalmente in modo gratuito, per varie ragioni che possono essere di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo, filantropia o di qualsiasi altra natura. I destinatari delle azioni sono in diversi settori: dall’assistenza alle persone in difficoltà e/o con vari problemi, alla tutela della natura e degli animali. Nasce dalla spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti, o non affrontati, o mal gestiti dallo Stato e dal mercato. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel “terzo settore” insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del diritto pubblico. Teoricamente il volontariato è gratuito e le prestazioni dei volontari personali e spontanee ma ci possono essere anche enti che non prevedono il vincolo assoluto della gratuità della prestazione e quindi retribuiscono i propri soci: possono anche avere volontari che affiancano il personale retribuito, operando gratuitamente. Se l’unica costante nella vita è il cambiamento il nostro volontariato deve prenderne atto. Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. 

*Caposervizio di Ascoli del Corriere Adriatico

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