Il digitale sarà determinante alla sostenibilità ambientale

Il digitale sarà determinante alla sostenibilità ambientale

di Sauro Longhi
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Lunedì 27 Settembre 2021, 01:30

Da tempo sono convinto che il digitale sarà di aiuto per incrementare la sostenibilità ambientale e sociale di ogni nostra scelta e azione. Lo percepisco nelle mie attività di ricerca aperte alle collaborazioni con le imprese e all’interazione con gli ambiti territoriali. Lo smart working ne è un esempio, una soluzione per una maggiore sostenibilità sociale capace di ripopolare le nostre aree interne con giovani intraprendenti che scelgono il digitale per lavorare e produrre. Questa mia convinzione è ora anche documentata dal recentemente studio pubblicato da The European House - Ambrosetti e Microsoft Italia dove si è quantificato l’impatto del digitale nello sviluppo sostenibile del nostro Paese.

Su un campione di oltre 200 aziende, le nuove forme di lavoro a distanza sono percepite per oltre il 60% come reali opportunità attraverso cui il digitale può contribuire ad una maggiore sostenibilità sociale. Inoltre, dal lato della sostenibilità economica, lo studio dimostra per le aziende che fanno largo uso delle tecnologie digitali hanno registrato un significativo incremento sulla produttività del lavoro rispetto alle aziende che non hanno ancora attuato percorsi di trasformazione digitale, oltre il 60%. Inoltre, sotto il profilo della sostenibilità ambientale, lo studio ha stimato che tra 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere del 10% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2019 con un impatto paragonabile a quello delle energie rinnovabili. È ancora una stima elaborata su un modello che richiederà verifiche lungo il percorso.

Dato ancora più importante è l’interesse delle imprese verso uno sviluppo sostenibile inteso come strumento di competitività per la crescita economica: il 64% delle aziende intervistate considera infatti la sostenibilità ambientale come uno dei pilastri della propria visione. Sostenibilità ambientale intesa come efficientamento dei processi interni per il 57%, o rinnovamento dei propri prodotti e servizi in ottica sostenibile per il 39,6%, o incremento di competenze e figure professionali adeguate per le strategie di sviluppo sostenibile per il 5% del campione.

Emerge anche l’intenzione di allargare la propria visione di sviluppo sostenibile all’intera filiera. Per raggiungere questi obiettivi le tecnologie digitali vengono percepite come insostituibili. A sostenerlo è il 42% delle aziende del campione. Il digitale che va oltre la semplice efficienza dei processi per innovare prodotti e servizi e registrare impatti sinergici sui territori.

Dallo studio emerge che oltre l’86% delle aziende dichiara di aver implementato o programmato misure per la sostenibilità abilitate dal digitale. Percentuali che si riducono nel caso delle piccole e medie imprese: solo il 47% delle Pmi, infatti, considera la sostenibilità un caposaldo della propria missione contro il 67% delle grandi aziende. Il 50% sta ridisegnando i propri processi interni in un’ottica di efficientamento del consumo di risorse contro il 69% delle grandi. Le piccole imprese, per le politiche di sviluppo sostenibile, si concentrano nella selezione della filiera e nella creazione di figure professionali pronte ad operare il cambiamento. Le piccole imprese, in sostanza, scommettono sulle persone e sulle filiere. Ora con il 70% delle risorse del Pnrr dedicate al green e al digitale, si dovranno calibrare opportunamente le iniziative a partire da questi dati.

Nelle Marche dove la totalità delle imprese sono piccole e medie, le risorse del Pnrr dovranno essere indirizzate prevalentemente verso progetti di filiera e di rafforzamento delle competenze sia dal lato digitale che ambientale. Valorizzare e rafforzare filiere sia orizzontali che verticali, attraverso il potenziamento, in alcuni casi la creazione, di infrastrutture digitali adeguate e la creazione di figure professionali pronte ad operare il cambiamento. Azioni che richiedono tempo per la loro realizzazione. Occorre pertanto agire con determinazione e velocità, altrimenti anche questa volta le Marche non riusciranno ad agganciare il treno della ripresa.

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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