Lo sciopero globale per il clima e l impegno di chi ci governerà

Lo sciopero globale per il clima e l’impegno di chi ci governerà

di Sauro Longhi
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Lunedì 12 Settembre 2022, 05:10

È necessario discutere ancora di energia e cambiamenti climatici. Ma come, tra due settimane si dovrà scegliere chi votare per ridare un governo al Paese, e discutiamo di problematiche così apparentemente distanti? Sì, perché ne va del nostro futuro e soprattutto di quello delle nuove generazioni. Scegliamo chi votare sulla base delle scelte praticabili che vengono proposte su queste tematiche. L’interconnessione tra energia e cambiamenti climatici è evidente a tutti. Se non abbandoniamo le fonti fossili, come petrolio, gas e carbone, è certo che i cambiamenti climatici generati dall’anidride carbonica, prodotta nella combustione di queste fonti energetiche, porterà l’intero pianeta a perdere il suo naturale equilibrio climatico, ambientale e sociale.

L’alterazione delle condizioni climatiche in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia costringerà sempre più persone a emigrare abbandonando il proprio Paese di nascita, come avverrà in Pakistan colpito gli scorsi giorni da alluvioni senza precedenti. I rincari dell’energia registrati in Europa stanno mettendo in secondo piano tutte le azioni per incentivare il necessario passaggio alle fonti di energia rinnovabili. Non è più la priorità in Europa e in particolare in Italia. L’innalzamento del costo dell’energia sta frantumando la coesione europea costruita con fatica in tanti anni di serrato confronto e ampia condivisione. Il mancato accordo sul tetto al costo del gas ne è un esempio evidente. Anche se questa soluzione potrebbe ridurre l’offerta e di conseguenza incrementare le difficoltà di approvvigionamento già esistenti, con il conseguente passaggio al razionamento, di fatto già avviato dal prossimo inverno, che porterà una riduzione del comfort termico nelle abitazioni e nei posti di lavoro.

Ma se non sarà sufficiente si dovranno tagliare ulteriormente i consumi energetici ai cittadini e alle imprese, che rischiano di chiudere lasciando i lavoratori a casa. Chi si candida alla guida del Paese dovrà scegliere cosa fare. Quali delle forze politiche in campo saranno in grado di gestire al meglio queste scelte? La frammentazione dell’Europa indotta dalla crisi energetica è più che evidente.

Vi sono Paesi che ci guadagnano, Finlandia e Olanda, altri, l’Ungheria ad esempio, che stipulano accordi in completa autonomia con la Russia, ed altri, come l’Italia, che si indebitano creando forti incrementi dell’inflazione e del debito pubblico. La situazione potrebbe ancora peggiorare dato che il Pil sta rallentando, la Bce non compra più i titoli di stato ed alza i tassi di interesse. Inoltre, i miei amici economisti evidenziano un dato particolarmente significativo e preoccupante per il prossimo futuro: la differenza tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo, in Europa particolarmente alta e in Italia ancora di più, fa prevedere un sicuro aumento dell’inflazione nel prossimo inverno con la conseguente riduzione dei consumi e pesanti ripercussioni sull’economia. Le strade percorribili sono due: ridurre i profitti delle imprese o distribuire gli aumenti sui consumatori, oppure una combinazione di entrambe le cose.

Le forze politiche in campo hanno soluzioni praticabili per affrontare queste difficoltà? Tutto questo ci allontana dalla via appena intrapresa con il Pnrr di investire nelle energie rinnovabili, le uniche che ci permetterebbero di raggiungere un’autonomia energetica al riparo dalle tante speculazioni favorite dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Ma la speranza non è persa, venerdì 23 settembre si terrà lo Sciopero Globale per il Clima, uno strumento per chiedere ai politici e ai leader mondiali di dare priorità alle persone e non al profitto e far tornare la crisi climatica al centro delle scelte politiche. Da lodare l’iniziativa della Banca Etica che aderisce alla mobilitazione globale per il clima indetta dal movimento Fridays For Future, con gli uffici e le filiali che saranno chiuse al pubblico per permettere a lavoratrici e lavoratori di partecipare alle manifestazioni locali. La speranza del cambiamento continua a vivere!

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria  Università Politecnica delle Marche

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