Tweet di Francesco sul clima: «Attenti, in gioco c’è il futuro»

Tweet di Francesco sul clima: «Attenti, in gioco c’è il futuro»

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 20 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 11:47

«Non stanchiamoci di adoperarci per la drammatica urgenza del cambiamento climatico. Mettiamo in atto scelte concrete e lungimiranti, pensando alle giovani generazioni prima che sia troppo tardi». L’accorato allarme lanciato da Papa Francesco con questo tweet è un rinnovato auspicio affinché si adottino seri provvedimenti a fronte delle sfide poste dai cambiamenti climatici. A conclusione del vertice del clima che si è svolto a Sharm el-Sheikh rimangono aperti numerosi interrogativi sulle azioni concrete da mettere in atto al netto delle chiacchiere e dei proclami di questi giorni. In realtà in molti si chiedono se si stiano compiendo degli effettivi passi in avanti a seguito dell’Accordo di Parigi, il trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

«Raggiungere l’obiettivo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C - si legge nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato del primo settembre 2022 - è alquanto impegnativo e richiede la responsabile collaborazione tra tutte le nazioni a presentare piani climatici, o contributi determinati a livello nazionale, più ambiziosi, per ridurre a zero le emissioni nette di gas serra il più urgentemente possibile». Intanto l’Unione Europa si è schierata per la richiesta di un fondo per risarcire i Paesi poveri chiedendo alla Cina di impegnarsi a tagliare le emissioni. Un piccolo passo per cercare di rimediare al colonialismo e allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e delle popolazioni indigene dei secoli scorsi, in aggiunta alle carenze igieniche, alle malattie e ai conflitti, che hanno contribuito a impoverire milioni di persone. Servirebbe un cambiamento di mentalità, come lo smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulla vita degli altri, e una politica globale di riequilibrio delle risorse, di trasferimento del know how e di intervento sulle infrastrutture.

Obiettivi possibili, a patto che non si badi al lucro immediato ma si agisca in un’ottica di crescita planetaria, mettendo il creato al di sopra delle divisioni politiche, ideologiche e di convenienza. Solo così sarà possibile mettere in atto un’autentica opera di restituzione ai Paesi poveri, vincendo l’egoismo consumista e superficiale del ricco occidente. Viviamo in una società nella quale la sciagura del prossimo non fa più compassione. Anzi, anche questo sentimento ormai viene disprezzato in chi lo esterna e l’essere umano si abitua a convivere con l’odio diventando iper-intransigente ed esigente… ma solo verso gli altri! L’uomo distrugge l’uomo, inquina lo spazio, abbatte il benessere, distorce la natura auto-condannandosi a un degrado estremamente difficile da contrastare. I continui appelli del Papa e di tutti coloro che credono nel bene comune sembrano cadere nel baratro dell’indifferenza, rimbalzando come se non ci toccassero da vicino. C’è un’espressione semplice ma efficace utilizzata nella Laudato si’: “eccesso antropologico”. In pratica, l’uomo si è talmente montato la testa da ritenersi “alfa e omega” della creazione senza rendersi conto che basta il più infimo e minuscolo degli organismi viventi per cancellarlo dalla faccia della Terra.

I credenti osservano l’universo svilupparsi in Dio, che lo riempie tutto, un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un sofferente. Ognuno è chiamato a invertire le logiche di una società che calpesta l’ambiente e i più indigenti, come è stato ricordato la settimana scorsa nella Giornata mondiale dei poveri. I giovani, che oggi in tutte le diocesi del globo celebrano la Giornata mondiale della gioventù, si sentono fortemente interpellati a fornire il loro apporto per la guarigione della Terra e dei suoi abitanti. “Non perdete mai – ha detto il Papa ai ragazzi e alle ragazze del Bahrein - il coraggio di sognare e di vivere in grande! Fate vostra la cultura della cura e diffondetela; diventate campioni di fraternità; affrontate le sfide della vita lasciandovi orientare dalla creatività fedele di Dio e da buoni consiglieri”.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII