Le vie di apprendimento da ripensare e arricchire

Le vie di apprendimento da ripensare e arricchire

di Sauro Longhi
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Lunedì 29 Novembre 2021, 09:35

Questa settimana si è discusso ancora una volta delle guerre puniche, o più precisamente di quante volte vengono proposte allo studio nel percorso scolastico, a discapito di altre nozioni e conoscenze utili per affrontare le transizioni in atto. Per rendere attuabili le trasformazioni da attuare per il futuro, dobbiamo cambiare modelli di sviluppo, mezzi di mobilità, sistemi per la produzione energetica. Sicuramente nei percorsi scolastici abbiamo bisogno di introdurre nozioni e conoscenze scientifiche utili a comprendere i cambiamenti in atto. Ma questo non deve avvenire a discapito dei contenuti umanistici come la storia. Comprendere gli errori del passato è fondamentale per evitare di ripeterli. La memoria del passato non va persa. Senza comprendere gli errori commessi non avremmo l’attuale Costituzione, unico strumento per continuare a vivere in libertà e in pace.

Sicuramente vi è la necessità di riformulare l’organizzazione dell’insegnamento favorendo nuovi percorsi di apprendimento capaci di aggiungere le conoscenze scientifiche e lo studio di lingue straniere, utilizzando anche i nuovi strumenti di comunicazione e di interazione digitale. Ad esempio, lo studio della geografia ai miei tempi si faceva sulle cartine “mute”, ora con la possibilità di “viaggiare” su Google Earth e raggiungere ogni parte del pianeta, gli atlanti geografici sono scomparsi e lo studio di culture lontane può essere proposto con una facile consultazione di immagini, video e dati dei Paesi del mondo disponibili su banche dati aperte e consultabili via Internet. Del resto, la pandemia ci ha obbligato ad utilizzare questi strumenti nella fase più critica con le scuole chiuse. Perché abbandonare questa esperienza? L’apprendimento scolastico deve avvenire in spazi comuni, le scuole, per favorire l’interazione e la socializzazione. Ma anche a scuola si possono utilizzare questi strumenti per favorire la curiosità, l’elaborazione dei concetti, l’apprendimento della storia con la consultazione di fatti, immagini e narrazioni che aiutino a comprendere il perché di alcune scelte e non di altre.

Gli stessi strumenti di interazione e consultazione digitale possono essere altrettanto utili per arricchire il percorso di apprendimento delle nozioni scientifiche necessarie in questo periodo di transizioni. Questo permetterebbe anche di ridurre quel divario di genere che spesso allontana le bambine dagli studi scientifici.

Non esistono materie o percorsi di studio più adatti ad un genere piuttosto che all’altro. Sono solo i condizionamenti culturali che molto spesso allontano le ragazze dagli studi scientifici. Le transizioni ambientali e digitali non si concluderanno con il completamento del PNRR ma continueranno anche negli anni successivi. Per realizzarle abbiamo bisogno di tante persone giovani, competenti e capaci di proporre innovazioni. Anche per questo abbiamo bisogno di ragazze curiose e volenterose di intraprendere percorsi di studio scientifici. Gli strumenti digitali di interazione e comunicazione possono anche favorire l’isolamento e incrementare le diseguaglianze. Possono dividere invece che unire. Basti pensare alle differenze che abbiamo osservato nella didattica a distanza, dove non tutti disponevano di una adeguata capacità di comunicazione e soprattutto non disponevano di strumenti digitali adeguati.

Nella scuola se tutti hanno gli stessi libri, occorrerà che tutti dispongano degli stessi strumenti digitali. Inoltre, si dovrà aumentare la connettività digitale delle scuole, ancora molto bassa, per renderla almeno paragonabile a quella esistente nelle università. Altrimenti il divario economico delle famiglie indurrà un divario ancora più grave nell’apprendimento negando ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, come recita l’art. 34 della Costituzione. È tempo di ripensare e arricchire i percorsi di apprendimento. L’invito è per gli insegnanti, gli unici che hanno l’esperienza, la sensibilità e la competenza per far tutto questo.

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione  Facoltà di Ingegneria  Università Politecnica delle Marche

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