Tra acquisizioni e fusioni l’attrattività delle Marche

Tra acquisizioni e fusioni l’attrattività delle Marche

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 10:10

Domani pomeriggio all’Università Politecnica delle Marche sarà presentato un rapporto sulle operazioni di acquisizione e fusione di imprese nelle Marche. Il rapporto è frutto della collaborazione fra la rete Altovalore, la Fondazione Aristide Merloni e il Centro per l’Innovazione e l’Imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche. L’obiettivo è quello di fare il punto su un fenomeno, quelle delle acquisizioni e delle fusioni d’impresa, che è cresciuto in misura considerevole nell’ultimo decennio nella nostra regione, in misura più accentuata di quanto avvenuto nel resto d’Italia. A crescere sono state soprattutto le acquisizioni di imprese marchigiane da parte di gruppi nazionali ed esteri piuttosto che il fenomeno opposto.

Le imprese marchigiane si sono trovate cioè con maggiore frequenza dal lato delle imprese acquisite piuttosto che dal lato dell’acquirente. Ciò è valido sia se consideriamo il numero, sia se consideriamo la dimensione delle operazioni in termini di capitale o di addetti coinvolti. Le acquisizioni da parte di gruppi esteri hanno interessato alcune delle principali società della regione. Queste operazioni hanno suscitato e suscitano reazioni ambivalenti. Da una parte si sottolineano i potenziali aspetti positivi associati all’attrattività del sistema produttivo regionale nei confronti degli investitori extra regionali; tanto più nei casi in cui le imprese acquisite si trovavano in difficoltà e l’intervento di un gruppo di maggiore dimensione ha consentito di rilanciare o accrescere i volumi produttivi e l’occupazione.

Dall’altro queste operazioni suscitano reazioni negative per la perdita di autonomia delle imprese acquisite e il loro inserimento in logiche strategiche di ambito internazionale che ne potrebbero indebolire il rapporto con il territorio. In realtà, non vi è evidenza empirica del fatto che le crisi siano più frequenti in imprese a proprietà estera rispetto a quelle a proprietà locale. Al contrario, diversi studi empirici dimostrano che le imprese appartenenti a grandi gruppi hanno in media una performance superiore rispetto alla media delle imprese. Inoltre, l’ingresso di imprese multinazionali in un territorio produce generalmente effetti positivi sull’intero sistema produttivo attraverso la diffusione di pratiche gestionali e manageriali avanzate.

Naturalmente, sarebbe auspicabile un maggiore equilibrio fra le acquisizioni ‘attive’ (cioè quelle in cui le imprese regionali sono dalla parte dell’acquirente) e quelle ‘passive’, (cioè quelle in cui le imprese regionali sono dalla parte delle acquisite). Un equilibrio da raggiungere non limitando le seconde ma aumentando le prime.

La crescita per via esterna, cioè attraverso le acquisizioni di imprese, è una delle principali modalità di crescita delle imprese, in particolare quelle di media e grande dimensione. Abbiamo più volte sottolineato la necessità di incrementare il numero e il peso delle medie e grandi imprese, in Italia come nelle Marche. La presenza di un robusto sistema di medie e grandi imprese non implica una contrazione delle piccole; al contrario, per molte delle filiere in cui è specializzata la nostra regione vi è un’evidente complementarità di ruolo fra grandi e piccole imprese di cui si giovano entrambe.

La crescita attraverso le acquisizioni è anche un modo per innovare i modelli organizzativi e di governance. Nella nostra regione (così come in Italia) prevale un modello di impresa a proprietà e gestione familiare eccessivamente chiuso: chiuso agli apporti di competenze manageriali e chiuso agli apporti di capitale di rischio esterno. Le operazioni di acquisizione contribuiscono alla diffusione di modelli di governance caratterizzati da una maggiore apertura al capitale esterno e da maggiore managerializzazione. Di questi aspetti si discuterà nel seminario di domani mettendo a confronto l’evidenza empirica con le testimonianze di manager, imprenditori e operatori del settore. La crescita di queste operazioni va guardata come un segnale positivo e l’obiettivo del seminario è quello di contribuire ad una migliore conoscenza del fenomeno e ad evidenziarne le potenzialità per il sistema imprenditoriale della regione.

* Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coordinatore Fondazione Merloni

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