Evviva, si torna al cinema: su gli incassi al box-office

Evviva, si torna al cinema: su gli incassi al box-office

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 12 Maggio 2023, 06:00

Mercoledì il cinema italiano ha celebrato la festa dei David di Donatello, e di questo avrete letto un po’ ovunque. Mentre meno risonanza ha avuto la notizia per cui c’è davvero da far festa, con moderazione, per carità, niente togne epiche e altre manifestazioni di gioia sfrenata modello celebrazioni per il terzo scudetto del Napoli con tutti i tifosi in strada e il pellegrinaggio al murale maradoniano. La notizia che rallegra il cinefilo e rischiara un orizzonte che fino allo scorso autunno appariva fosco riguarda i dati del box-office d’aprile. Incassi in diminuzione di quasi il 30% rispetto al 2019: ma, dopo il Covid, il calo mese su mese era sempre stato assai più elevato.

E addirittura, rispetto al 2018, il segno meno diventa segno più, sebbene di strettissima misura. Non era mai accaduto. Meglio ancora: il sorprendente risultato non è dovuto allo straordinario successo di un solo film, “Super Mario Bros”. Ben sette titoli hanno superato i 2 milioni di euro, alcuni usciti a marzo, e fa molto piacere che nel gruppo sia incluso il magnifico “Air”, che non di Michael Jordan parla bensì di strategie imprenditoriali legate a una scarpa. Se il pubblico va a vedere un film su una scarpa, per quanto benissimo riuscito, significa che il clima è davvero cambiato. Che la voglia di visione collettiva su grande schermo non si è spenta, e lasciamo pure a Nanni UèUè le tirate passatiste contro Netflix e le Perfide Piattaforme: con la modernità ci si confronta, le nuove sfide si affrontano con coraggio - lo ha ricordato anche il Presidente Mattarella -, frignare rimpiangendo un passato presunto edenico serve a nulla. (Ricordate quando il nemico era la televisione? Le sale hanno comunque resistito, il cinema al cinema non è uguale al cinema in casa, e anche oggi Nanni UèUè incassa bene e ne sono contento malgrado i dubbi che ho espresso sul suo film).

E allora la questione che si pone è: il cinema italiano, che al momento poco si sta avvantaggiando dal ritorno degli spettatori nelle sale, è attrezzato per raccogliere la sfida odierna? Ha le carte in regola per sbigliettare, unico modo per sopravvivere, sulle piattaforme trionfando gli americani e gli orientali? I David 2023 dimostrano che i talenti non ci mancano.

Nella categoria esordienti c’erano almeno tre bei film (i restanti due non li conosco): “Settembre” di Giulia Steigerwalt (che ha vinto), “Spaccaossa” di Vincenzo Pirrotta, “Margini” di Niccolò Falsetti. Cosa hanno in comune? Che quasi nessuno li ha visti, ahimè. Perché son stati mandati allo sbaraglio, pubblicizzati poco o nulla. Giovani di valore ne abbiamo, ribadisco, e non solo i tre succitati.

Ma c’è la voglia di puntarci e di accompagnarli nella crescita artistica, aiutandoli a non cadere nel vizio più diffuso della cinematografia nostrana, quello di parlarsi addosso, di realizzare operine dal respiro cortissimo? Staremo a vedere: negli ultimi venti anni e facciamo pure trenta, quanti talenti sono andati sprecati. I film europei che arriveranno nelle sale tra il 15 giugno e il 15 settembre li si potrà vedere spendendo soltanto 3 euro e mezzo, sconto a carico del Ministero della Cultura, non delle sale. Buona cosa, meglio delle iniziative d’epoca franceschina. Purché non ci si illuda che lo sconto si traduca automaticamente in code alle casse.

E purché i distributori non colgano l’occasione per svuotare il magazzino, ma scelgano con cura i titoli da proporre e li promuovano come si deve: non è bello, e soprattutto non è conveniente per l’intero settore, che soltanto i lettori del Corriere Adriatico siano informati del bel cinema che passa il convento (e nel caso del nuovo Ozon manco m’avete dato retta, e peggio per voi). Altro premio, altra notizia, altro spunto d’azione. Il meraviglioso “In quanto a noi” di Simone Massi ha vinto il Corto d’argento - il Nastro d’argento per cortometraggi - nella sezione Animazione.

Questo ennesimo capolavoro è stato commissionato al grande artista pergolese dal festival Corto Dorico. Ecco, i festival possono giocare un ruolo importante nel nostro sistema cinema. Non soltanto scegliendo i film da proporre (cosa che non sempre accade: a Roma ‘22 c’era parecchia roba imbarazzante). Anche suscitandoli.

*  Opinionista e critico cinematografico

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