Apro il sito del Corriere della Sera e leggo: “Trova il tuo partito con il test del Corriere: scopri qual è la formazione politica più vicina alle tue idee”. Strabuzzo gli occhi. Un semplice test, e sai per chi votare? Un test come quelli che fungheggiano online, scegli una bottiglia e scopri che animale sei, e clicchi sulla bottiglia ricurva che per farne fuoriuscire il liquido devi irrispettosamente invocare tutte le divinità e apprendi d’essere un magnifico cigno vaporoso (qualsiasi cosa significhi) capace di portar bellezza e gioia nella vita d’ogni persona che abbia la fortuna di incontrarti, ma spietato nel beccare a sangue chi si comporta male con te? (Notare come nessuna bottiglia darà per risultato: sei una nefastissima zanzara anofele, diffondi malaria).
Un test come quelli proposti ai concorsi pubblici, in cui, fra tanti quesiti, capita di rado di non trovare quei tre o quattro sfondoni spettacolari, che a un ragazzino delle medie ne basterebbe spararne uno per essere retrocesso all’asilo e senza passare dal via? Internet e i concorsi pubblici hanno inflitto duri colpi, quasi mortali, al buon nome dei test. Il test del Corsera in realtà è ben fatto. Lo ha concepito Euromedia Research, si compone di venti domande a risposta multipla su altrettanti temi emersi - alcuni in modo più chiaro altri meno, così come alcuni sembrano più rilevanti di altri - durante la campagna elettorale. Se ancora non avete deciso su quale simbolo tracciare la croce domenica e meditate di lanciare la moneta, o se siete di quelli che “cosa voto a fare, tanto sono tutti uguali”, il test - al termine compaiono i nomi dei tre partiti più affini - può esservi di aiuto. Ancor meglio sarebbe prendersi la briga di leggere i vari programmi. Una serata ad alto tasso di noia, sbadigli a raffica? Pazienza, per divertirsi non mancherà occasione, e non sta scritto da nessuna parte che ogni serata debba essere spumeggiante.
Dalla lettura dei programmi assai più che dalla brutta campagna elettorale grazie al cielo agli sgoccioli, campagna combattuta a colpi di concetti liofilizzati e polemiche sterili, di soluzioni elementari a problemi complicatissimi e mirabolanti promesse ben difficili da mantenere senza sfasciare del tutto il bilancio pubblico sofferente, dalla attenta lettura dei programmi, e non certo tramite le pirotecniche esibizioni tiktok di cortissimo respiro, possiamo verificare che no, i vari schieramenti e i singoli partiti non sono tutti uguali: e decidere quale fra le diverse idee di Paese in campo appoggiare.
Negli ultimi dieci vent’anni, tanti italiani si sono allontanati dalla politica, la politica fornendo loro ottimi e abbondanti motivi di disaffezione. Ora mi pare indispensabile tornare a interessarsi di politica, ora che il mondo ha imboccato una direzione bruttissima mentre l’Italia son trent’anni che nasconde la polvere sotto il tappeto, e il tappeto è più ondulato delle montagne russe, la situazione non è problematica: è critica. Non è tempo di non assumersi le proprie responsabilità di cittadini, di non scegliere o di scegliere a casaccio a impulso i nostri rappresentanti. Che poi sarà il caso di braccare da presso affinché compiano scelte lungimiranti, ché a pensar corto e sperare nella buona sorte si fan disastri, e lo sapete a cosa sto pensando, lo stesso che state pensando voi (eppure far la manutenzione di un fiume costa molto meno che rifondere i danni dell’alluvione, e dei morti tacciamo).
Andiamo a votare domenica e facciamolo con cognizione di causa. Rinunciare a esprimersi e limitarsi a puntare genericamente il dito contro “i politici” non è cosa saggia.
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