Nuova minaccia per il mondo: ecco il pupazzo Huggy Wuggy

Nuova minaccia per il mondo: ecco il pupazzo Huggy Wuggy

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 13 Maggio 2022, 08:25

Oggi parliamo d’argomento serissimo anzi drammatico. Parliamo del più recente et tremendissimo motivo d’allarme sociale. No, non la pandemia, quella è roba vecchia, potrebbe tornare agli onori delle cronache in autunno ma per il momento è fuori moda, al bollettino dei contagi giornalieri quasi nessuno presta più attenzione, inutili gli scenari nefasti prospettati da qualche sempre più solitario specialista in diffusione panico (“potrebbe arrivare la Variante Devastante”. Sì, potrebbe anche cascarci in testa un meteorite, se è per questo, o abbattersi su di noi una qualche altra sciagura, l’elenco delle calamità ipotetiche essendo infinito), inutile convincerci della necessità di “tener alta la guardia” rimuovendo le restrizioni con lentezza e macchinosità sconosciute a ogni altro Paese democratico. No, non la guerra in Ucraina con il suo probabile protrarsi e il non impossibile allargarsi, e per intanto con la quotidiana razione d’immagini di edifici distrutti e tappeti di cadaveri: anche alla guerra tornata in Europa stiamo facendo il callo.

C’è di peggio della guerra, c’è di peggio della pandemia, ed è grave che alcuni tra voi non ne siano ancora consapevoli. La minaccia nuova di pacca che sulla nostra società e sul mondo intero incombe è il pupazzo Huggy Wuggy. Huggy Wuggy nasce come cattivo di un videogame di successo, il survival “Poppy Playtime”. È diventato un peluche azzurro, dal sorriso da orecchio a orecchio così da scoprire la dentatura micidiale, come di squalo. Ha inoltre manine di velcro per abbracciarti, con pessime intenzioni, forte forte, mica semplice staccarlo. Da qualche genitore è stato sorpreso online mentre minacciava di morte i pargoli, traumatizzandoli (?) per l’eternità, o li invitava a compiere atti di violenza.

E i genitori han lanciato l’allarme sui social e sappiamo come funzionano i social o meglio alcune teste: d’un pupazzetto e una canzonetta scherzosa possono fare una minaccia globale. Risultato, una nuova psicosi. Huggy Wuggy è finito su tutti gli organi di informazione, perfino la nostra Polizia Postale sta monitorando il fenomeno e invita i genitori a vigilare (che è sempre cosa buona e giusta, magari per prevenire pericoli reali, eh).

Mi cascano le braccia, scusate, di fronte a una storia del genere. Tutti noi siam cresciuti ascoltando dalla voce della mamma la fiaba - per ricordarne una sola: le altre contengono elementi mica tanto meno spaventosi - di Hansel e Gretel: che rischiano la cottura in forno, crosticina e tutto, ma poi son loro a cuocere la strega, crosticina e tutto. Hanno forse provocato catastrofi psicologiche, quelle storie? Qualche sensibilissimo prudentissimo ha per caso intenzione di proporre - se possibile per legge - la riscrittura delle fiabe classiche? Dato il clima, non mi sorprenderebbe. (Hansel e Gretel si persero nella bosco, una buona vecchina li soccorse e riportò alla matrigna affettuosa, fine).

Vidi, a dieci anni o giù di lì, “Halloween”. Mi spaventò? Da morire, e perciò fu un grande piacere. Condiviso con gli amichetti. A quel che mi risulta, nessuno di noi è diventato un serial killer: per adesso, mai dire mai. Ricordo, una ventina d’anni fa, annunci d’apocalisse imminente legata a una delle migliori serie videoluduche mai realizzate, “Gta”. Sì tratta di scalare la piramide criminale.

Ammazzando gente, c’è mica altro modo. Ma puoi anche stare nel gioco, abitarlo, senza procedere nelle missioni, e ammazzare gente così, per il gusto di farlo, intanto che esplori la grande mappa della città: tirandoli sotto con la macchina, fracassandogli il cranio con la mazza da baseball. Paventarono, gli apocalittici dell’epoca, una terrificante escalation di violenze reali, perpetrate dai fan di quel gran gioco. Non è accaduto, sorry. Ma agli apocalittici perenni la realtà non li riguarda, e la sconfinata Rete misteriosa li ha esaltati. Ieri (l’inesistente) letale sfida Blue Whale, oggi Huggy (che a tanti bimbi par che piaccia e parecchio), domani chissà quale rischio segnaleranno. Urge che qualcuno inventi il simmetrico del Parental Control. Un dispositivo che impedisca agli allarmisti l’accesso a buona parte dei contenuti della Rete. A certi adulti, la Rete gli fa male.

* Opinionista e critico cinematografico

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