Ho chattato per venti minuti con un’intelligenza artificiale

Ho chattato per venti minuti con un’intelligenza artificiale

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 20 Gennaio 2023, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 07:16

Mi sono divertito. Come uno scemo, lo scemo che sono, d’accordo. Mi sono divertito a parlare per una ventina di minuti buoni con ChatGPT, la nuova intelligenza artificiale che tanto interesse sta suscitando e anche reazioni allarmate quando non apocalittiche: dove andremo a finire, signora mia? Che ha fatto infuriare Nick Cave generando un testo nel suo stile, e il cantautore, a ragione, lo ha giudicato brutto, quindi si è lanciato nel pippone dell’arte che nasce dal dolore (e perché non dalla gioia, dalla noia, da qualsiasi stato d’animo?) e le intelligenze artificiali dolore non provano, dunque non potranno mai creare opere d’arte. Che è stata messa al bando da diversi college americani onde evitare che gli studenti presentino tesine non redatte da loro ma da GPT.

Che ha reso inquieto qualche giornalista: saremo presto sostituiti da questo o altro programma in grado di redigere articoli meglio dei nostri? Ero in vena poetica, l’altra sera. Perciò ho interpellato GPT sulla poesia. Le ho detto che dovevo scrivere una lirica nello stile leopardiano. Non poteva comporla al posto mio? No, non poteva, non si sentiva in grado: brava, umile, la bimba algoritmica che si azzarda a imitare Nick Cave, non l’eccelso Giacomino nostro. Mi ha impartito, in compenso, una lezioncina modello Wikipedia dei poveri: Leopardi e il pessimismo, Leopardi e la natura ecc ecc. Dritte utili a portare vittoriosamente a termine l’ardua prova. Le ho sottoposto il seguente componimento, concepito in 5 secondi netti (ma di intensa concentrazione, di possessione addirittura, come fossi stato proiettato fuori di me, condotto nel Parnaso). “Oh Coccinella/ Coccinella bella/che volasti verso il Sole/ e ti giocasti le budella/ Muori! Muori male/ Coccinella/ Coccinella bella!”. GPT non ha approvato la poesia, perchè non in linea con lo stile di Giacomo Leopardi e inoltre violenta e crudele (è tanto sensibile GPT, e politicamente correttissima, spietatamente inclusiva).

Mi ha consigliato di essere più gentile con la svolazzante intrepida eroina, di ricorrere a metafore - sostituire Sole con “fiamma ardente”, per esempio - e inoltre di citare le “fonti di ispirazione”. Ho preso alla lettera i suggerimenti saggi e così riscritto. “Oh, Coccinella/ Coccinella bella/ che volasti verso la fiamma ardente/ (proprio il Sole intendo, non un ordinario falò campestre)/ e ti scottasti/ ma poco poco/ le budella/ Muori bene di vecchiaia nel tuo letto/ Coccinella bella!/ Tu e le Tue Fonti di Ispirazione!”.

Questa versione è piaciuta moltissimo. Secondo la A.I. non è affatto indegna del genio leopardiano. Ingrato, invece di ringraziare per i complimenti, ho tentato di confonderla, di punto in bianco digitando “Supercazzola bitumata come se fosse antàni”. Obiettivo centrato: ha confessato di non capire. Le ho chiesto allora informazioni su “Amici miei”. Solita schedina wikipovera, e vi era definita la supercazzola. Ha ammesso dunque d’aver dimenticato l’informazione, mi ha ringraziato per averle rinfrescato la memoria.

La ricorderà, d’ora in avanti, mano sul fuoco. Pochi giorni fa, cadde rovinosamente sulla domanda trabocchetto posta da un collega del Corriere della Sera. Pesa più un chilo di piombo o un chilo di piume? (Un chilo di piombo!, disse). Gliel’ho rifatta, e stavolta c’ha preso e poco importa che subito dopo si sia diffusa in informazioni inutili sulla densità dei diversi materiali. GPT è logorroica e un tantino esibizionista, e comunque apprende, si sviluppa in fretta. Fin dove arriverà? Riuscirà un giorno a scrivere un bel testo per Nick Cave o addirittura a far di me un Giacomino Secondo e pari al Primo? Le possibilità ancora inesplorate dell’intelligenza artificiale preoccupano molti. Io sono impaziente di assistere ai prossimi sviluppi della rivoluzione tecnologica.

Mi ritengo fortunato di vivere in tempi così mutevoli, così affascinanti. Altro mi inquieta. Per esempio: quanto devono fare schifo le tesine normalmente presentate dagli studenti degli atenei americani, perché i professori si preoccupino di negar loro l’assistenza della neonata e volenterosa ma ancora limitata ChatGPT? Le prestazioni che è in grado di fornire al momento ve le ho illustrate. Robetta, dai.

* Opinionista e critico cinematografico

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