Crisi climatica, è emergenza. E pagano i più vulnerabili

Crisi climatica, è emergenza. E pagano i più vulnerabili

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 23 Aprile 2023, 05:55

“Il libro della Genesi ci dice che il Signore affidò agli esseri umani la responsabilità di essere custodi del creato. Perciò, la cura della Terra è un obbligo morale per tutti gli uomini e le donne in quanto figli di Dio”. Sono le parole che Papa Francesco ha scritto in un tweet per la Giornata Mondiale della Terra che si svolge ogni anno il 22 aprile.

La Giornata, giunta alla sua 53esima edizione, intende sensibilizzare istituzioni, governi e opinione pubblica sulla questione sempre più cruciale dell’ambiente e sulla necessità di conservare le risorse naturali. In Italia il principale evento celebrativo è a Roma ed è organizzato da Earth Day Italia, in collaborazione con il Movimento dei Focolari; si sviluppa in cinque giornate dense di appuntamenti che sono iniziate venerdì scorso e si concluderanno martedì prossimo. Intanto l’Unicef ha lanciato un preoccupante allarme: in tutto il pianeta, circa un miliardo di bambini - quasi la metà - è ad altissimo rischio per gli impatti della crisi climatica. Inquinamento, scarsità d’acqua ed eventi meteorologici estremi sempre più diffusi e frequenti stanno minacciando un’intera generazione di giovanissimi e adolescenti: a livello globale entro il 2040, quasi un bambino su 4 vivrà in aree con elevata scarsità di acqua; in Italia si stima che nel 2050 la maggior parte dei bambini sarà esposta a ondate di calore sempre più frequenti.

L’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) rammenta che la crisi climatica, autentica emergenza umanitaria, ha un impatto devastante in tutta la Terra; a pagarne il prezzo maggiore, però, sono soprattutto le persone vulnerabili, tra i quali i rifugiati e gli sfollati, che vivono in zone di conflitto e in Paesi fragili. Da un lato, i fenomeni meteorologici estremi come inondazioni, tempeste e siccità, creano un numero sempre maggiore di sfollati; dall’altro, il cambiamento climatico è un moltiplicatore di altri fattori di rischio, fra cui in primis l’insicurezza alimentare. È ormai evidente che il nostro attuale impegno per la salvaguardia del creato, dono di Dio, deve inserirsi in un più ampio sforzo per promuovere l’ecologia integrale, che rispetti la dignità e il valore di ogni persona umana e riconosca i tragici effetti del degrado ambientale sulla vita dei poveri.

La strada è tracciata dalla Laudato si’ di Papa Francesco, un’enciclica in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili. L’autentica attenzione alla famiglia umana non può scindersi dalla sollecitudine verso la casa comune e il suo stato di salute.

L’interrogativo posto più volte dal Pontefice è che tipo di mondo desideriamo trasmettere a chi verrà dopo di noi, ai giovani di oggi. Infatti, in questi giorni di intensi appuntamenti per la Giornata della Terra le giovani generazioni sono fortemente coinvolte. Per prenderci cura della natura senza dubbio possono aiutarci anche la scienza e la tecnologia, contribuendo al progresso dei Paesi in via di sviluppo, all’aumento della speranza di vita, alla lotta contro le epidemie e la fame. I frutti dell’intelligenza dell’uomo rappresentano un dono provvidenziale e fanno parte del piano del Creatore. Il pericolo incombente è l’atteggiamento della persona noncurante, di chi chiude il cuore per non prendere in considerazione gli altri, di chi serra gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o si scansa per non essere toccato dai problemi altrui.

Una distruttiva attitudine che assume dimensione globale attraverso il fenomeno della globalizzazione dell’indifferenza. L’avversione verso il prossimo e verso ciò che ci circonda sono le due facce della stessa medaglia. Dinanzi a uno scenario così grave e inquietante la Laudato si’ è l’accorato grido di speranza di chi ama la vita, il creato, le creature e il Creatore più di ogni altra cosa. È il forte richiamo alla responsabilità dell’uomo amministratore e non proprietario della Terra. È un ammonimento importante che interpella le coscienze e aiuta ad agire per il bene comune al di là di collocazione geografica, cultura e appartenenza religiosa.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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